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Pablo Neruda - "Me gustas cuando callas ..."

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   PABLO NERUDA "Me gustas cuando callas..." (Traduzioni in inglese ed italiano di Erminia Passannanti)   Me gustas cuando callas porque estás como ausente, y me oyes desde lejos, y mi voz no te toca. Parece que los ojos se te hubieran volado y parece que un beso te cerrara la boca. Como todas las cosas están llenas de mi alma emerges de las cosas, llena del alma mía. Mariposa de sueño, te pareces a mi alma, y te pareces a la palabra melancolía. Me gustas cuando callas y estás como distante. Y estás como quejándote, mariposa en arrullo. Y me oyes desde lejos, y mi voz no te alcanza: déjame que me calle con el silencio tuyo. Déjame que te hable también con tu silencio claro como una lámpara, simple como un anillo. Eres como la noche, callada y constelada. Tu silencio es de estrella, tan lejano y sencillo. Me gustas cuando callas porque estás como ausente. Distante y dolorosa como si hubieras muerto. Una palabra entonces, una sonrisa bastan. Y estoy ale

JE SUIS PARCE QUE J’ACCUSE

Come ormai è chiaro da anni ed anni ed anni a chi ci segue dall'uscita di Erodiade nel 2000 – l'enfasi è sulla bocca come strumento della parola e dunque del pensiero. Bocca che articola, così come la poesia, anche l'opinione politica, l'ideologia. Non si silenzieranno i blog, come è stato di recente minacciato dall'ex soubrette, oggi parlamentare. La libertà del cittadino dinanzi alle autorità è la possibilità dell’interrogazione e dell'inchiesta. Imprescindibile. Anche se troppo spesso interrogazioni e inchieste rimangono non rispose, insolute. Sono 70 anni che questo Paese è in mano alla delinquenza politica e amministrativa delle alte sfere, che lo ammutolisce. È diventata la sua identità culturale, il suo ridicolo. L'italiano medio vive la dimensione arcaica di una ludicità quotidiana fatta di autoinganno. Intorno a questo gioco, tutto è legittimo e possibile perché troppo impegnativo, ostico, impenetrabile. L'italiano medio non è un mostr

STORIA DI S. ST, SARTA E NUBILE. Poemetto, 2007 (Erminia Passannanti)

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  STORIA DI S. ST, SARTA E NUBILE   Omaggio a Jung * di notte sono tormentata da migliaia di serpi il mio letto è tappeto di aghi di pino vi appoggio la testa insostituibile sono la duplice politecnica sono la regina degli orfani mandano danaro a vagoni verso la mia capitale ho creato la giogaia dalla cima più alta forse un bimbo verde nasce. ** volevo dire pressappoco ferro cuscino sogno predicazione a punto basso porta vetrata ventilazione stoffa, sì, stoffa tagliata come burro la razione d’emozione che riferisco alla parola “forbici”. finestra, e pertugio, sono soltanto un’amante del clavicembalo. il fiore è la camelia. O Signore, qui riaffiora un’idea palpitante come corolla lieve o sentiment d’incomplétude . *** sono stata danneggiata grandemente da un rinvenimento quanto mai remoto. ogni volta rifà la sua degna comparsa verde e in vetrina selvaggio lacrimante ridotto a lutto e in guerra proprietario d’uno schiavo fu