LA RICOTTA. IL SACRO TRASGREDITO. UN VOLUME CRITICO SU LA RICOTTA (RO.GO.PA.G., 1963) PIER PAOLO PASOLINI (1922- 1975)
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About the author:
Erminia Passannanti ha conseguito un Ph.D. in letteratura italiana presso lo University College London (2004) con una tesi di dottorato sull'opera di Franco Fortini (Essay Writing, Lyric Diction and Poetic Translation in the Work of Franco Fortini, UCL, 2004). Ha pubblicato la monografia Poem of the Roses. Linguistic Expressionism in the Poetry of Franco Fortini (Troubador, 2004). Ha co-edito il volume di letteratura ed estetica Vested Voices (Troubador, 2006). È ideatrice e curatrice dell'antologia di poesia e scrittura saggistica, Poesia del Dissenso (Troubador, 2004, vol. I; Joker, 2007, Vol. II). Si occupa di cinema: suoi saggi editi in sillogi esegetiche sul cinema di Pasolini includono studi sull'uso dell'iconografia sacra in La ricotta. Attualmente conduce una ricerca sulla censura cinematografica e la Chiesa Cattolica presso la Brunel University (London, UK). È docente di ruolo di Lingua e Letteratura Inglese. Questo saggio fu presentato per la prima volta, nella versione in lingua inglese, alla conferenza di cinema ed italianistica, "ITALY ON SCREEN", IGRS, Londra, 2006. Pubblicato in Inghilterra nel 2007 come monografia (The Sacred Transgressed), e quindi in Italia ne "La nuova gioventù? L'eredità di Pasolini", A cura di Emanuela Patti, Ed. Joker, 2009. Il saggio nella versione inglese è stato successivamente incluso nell'antologia "Italy on Screen", Lucy Bolton, ed. Peter Lang, Londra, 2011. La ricotta.Il Sacro trasgreditoIl cinema di Pier Paolo Pasolini e la censura religiosaAuthored byErminia Passannanti Second Edition: 2008 La ricotta. Il sacro trasgredito. Pasolini e la censura clericale. " Il volume monografico ha come suo nucleo di analisi la socio-semiotica del sacro, nel film La ricotta, ed è, nella seconda parte, una disamina attenta del processo di censura contro il suo autore, Pier Paolo Pasolini. "Per comprendere il profondo livello di spiritualità espresso da Pier Paolo Pasolini nel corto La ricotta (episodio del film RoGoPaG, di Alfredo Bini, 1962) e collocarlo adeguatamente all'interno del paradosso della sua visione atea della vicenda umana di Gesù di Nazareth, in Il Vangelo secondo Matteo (1964), si può partire dalla rappresentazione che egli offrì della "Passione di Cristo" come punto di partenza della sua critica dell'identità cattolica. Si trattava, per Pasolini, di una identità religiosa chiaramente in declino in una nazione ormai secolarizzata. Pasolini contrappone le politiche del Cattolicesimo vaticano al Cristianesimo delle origini come forza ideologica direttamente proveniente dal messaggio di Gesù, che rivisita da una prospettiva hegelo-marxista. " (Dall' "Introduzione" dell'autrice) This book published in 2008 is an expansion of the essay "Riformulazione e decostruzione dell'identità cattolica nel film La ricotta di Pier Paolo Pasolini", presented at the conference in Italian studies, 'Italy on Screen', held at the Institute of Germanic and Romance Studies, in London, in February 2007 (Senate House). It was published for the first time in the academic collective book, "Italy on Screen", edited by Lucy Bolton and Christina Siggers Manson (Peter Lang, London, 2011). The content of this essay, Pasolini's La ricotta and clerical censorship has been vastly acknowledged by the academic community as being a new historical and thematic approach to censorship, and an original thought-provoking contribution to clerical censorship against Pasolini's cinematic treatment of the sacred. Erminia Passannanti has published her findings on Italian cinema and clerical censorship in two separate monographs, "Il Cristo dell'eresia. Pasolini cinema e censura" (Joker, 2009), and "La ricotta. Il sacro trasgredito. Cinema e censura clericale nei film di Pasolini" (2008). In Italian, essays on Pasolini's relation to the sacred and clerical censorship, by Passannanti, are included in the collective volumes, "La Nuova Gioventù? Eredità di Pier Paolo Pasolini" (Ed. Manuela Patti, Joker, 2009), and in "Italian film directors in the new Millennium, 2011." (ed. William Hope)".
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Dal libro di Erminia Passannanti (2008):
"La sceneggiatura de La ricotta, composta nel 1962, fu intesa come trasposizione/trascrizione filmica, epica ed iconografica della Passione di Cristo in quella di un qualsiasi Cristo, nella persona del poveraccio Stracci, capro espiatorio della ferocia del passato come di quella dei tempi moderni."
"Stracci, una comparsa che interpreta il Buon Ladrone, infatti, è fatto morire sulla croce, dopo una giornata di avventurose peripezie per rimediare pane e ricotta e sfamarsi mentre è sul set del film."
"Non solo le sue avventure sono grottesche ma l'intera ambientazione del soggetto che presenta un film nel film, dei quadri nel quadri (tableaux vivants), la società nella società, appare assurda e - quasi fellinianamente - irreale. L'insieme filmico-narrativo (testi sacri, versi classici e moderni citati, interviste rilasciate) è gestito con un linguaggio che realizza una commistione di sacro e profano anticipatrice dell'estetica del postmoderno."
"Il relativismo culturale de La ricotta pone a confronto i valori borghesi con i modelli della cultura popolare e in questo face-to-face ciascuna delle due parti in causa probabilmente non comprende appieno il valore dell’altra. Mentre il primo tableau vivant ha luogo, la voce fuori campo del regista grida attraverso un megafono ordini, dispensa rimproveri ed insulti. La croce è innalzata da un’attrezzatura scenica su cui il regista ha disposto diversi attori per ricreare l’ordine compositivo di Rosso intorno a Gesù nell’attimo in cui è deposto dalla barra superiore. A livello sonoro, le cose non sono meno caotiche.
"L’opposizione tra il presente massificato ed un passato ideale, trasfigurato in arte o puro istinto è accentuata dall’alternanza del Technicolor e del bianco&nero, che mette in risalto l’influenzarsi reciproco della vecchia preistoria della fede dell’uomo in dio con la dilagante, sacrilega nuova preistoria.
[2] Pasolini aveva già fatto ricorso a questo tipo di retorica nel poemetto
del 1960 “La ricchezza” (La religione del
mio tempo, Milano: Garzanti, 1961) dove gli episodi biblici sono
contrapposti ad altri che ritraggono la vita degli uomini comuni."
" L’analisi ora si incentra su una delle parti autoreferenziali più problematiche del film realizzata in stile quasi documentaristico, che propone appunto le dinamiche in atto nella produzione di un film, e delle tecniche di mis en abyme. In questa sequenza, il regista fittizio del film-nel-film, Orson Welles, alter ego di Pasolini, rilascia (malvolentieri) un’intervista a Tegliesera, un giornalista dall’atteggiamento leggero ed approssimativo che gli pone domande sulle sue intenzioni d’autore. Welles risponde con sprezzo alle domande postegli dal giornalista ed esprime il disappunto dell’intellettuale per lo stato delle arti nella società contemporanea.[3] Prende un libro tra le mani ed è la sceneggiatura di Mamma Roma, recita versi dello stesso Pasolini, tratti dalla raccolta che sarebbe stata pubblicata da lì ad un anno, Poesia in forma di rosa (1964): “Io sono una forza del Passato. / Solo nella tradizione è il mio amore./ Vengo dai ruderi, dalle Chiese, dalle pale d'altare.”
[3] Si veda il documentario-saggio di Pier Paolo Pasolini, La rabbia, girato nel 1963,
immediatamente dopo La ricotta."
"In questo orizzonte tutto si livella nell'ottica capitalistica e consumistica che schiaccia chi entra a far parte dell'industria culturale, la quale macina soggetti, artisti, lavoratori, specialmente questi ultimi, che, come Stracci, da proletari o sottoproletari, restano vittime innanzitutto della loro soggezione al sacro e al potere di chi ne gestisce le tematiche e la valoristica."
Erminia Passannanti
(Cfr anche 2006, Conferenza "Italy on Screen").
"Il relativismo culturale de La ricotta pone a confronto i valori borghesi con i modelli della cultura popolare e in questo face-to-face ciascuna delle due parti in causa probabilmente non comprende appieno il valore dell’altra. Mentre il primo tableau vivant ha luogo, la voce fuori campo del regista grida attraverso un megafono ordini, dispensa rimproveri ed insulti. La croce è innalzata da un’attrezzatura scenica su cui il regista ha disposto diversi attori per ricreare l’ordine compositivo di Rosso intorno a Gesù nell’attimo in cui è deposto dalla barra superiore. A livello sonoro, le cose non sono meno caotiche.
Il suggeritore continua a ripetere
dei versi che Maria addolorata dovrebbe eventualmente recitare. Ma l’attrice
non si è presa la briga di impararli e sbaglia perfino a mimarli. Il gruppo dei
gementi ai piedi di Gesù guarda annoiato verso l’alto l’attore dai capelli
rossi che interpreta Gesù nella posa del quadro. L’aiuto regista è furioso
perché il tecnico del suono, invece di un brano sacro di Scarlatti, ha
erroneamente mandato in onda un cha-cha-cha.
La trascuratezza degli attori
nell’eseguire le indicazioni del regista è inquadrata nel processo di
secolarizzazione del prodotto artistico tecnicizzato, che priva di carisma la
religione e ogni sua rappresentazione rituale o artistico, come ha indicato
Walter Benjamin nel saggio del 1936, L'opera d'arte nell'epoca della sua
riproducibilità tecnica. L’attenzione dunque si sposta sull’assetto
socioeconomico delle classi d’attori nel tableau-vivant.
Il regista esausto si rivolge alla
prima attrice, rimproverandola con tono paternalistico: “Sonia, ricordati che
sei ai piedi di Gesù. Non pensare al tuo cagnolino!”
Il sabotaggio dell’ordine
compositivo/iconografico dell’originale appare simile a certe tecniche
postmoderniste e impone, dunque, una proliferazione di significati che
destabilizzano la pretesa di una replica fedele dell’originale di Rosso
Fiorentino.
La scena
termina con il regista –pedagogo delle masse – che chiede ad un vecchio attore
di smetterla di scaccolarsi il naso, trovandosi “ai piedi di Cristo”. Le sue
parole traducono la nozione del presente come epoca d’accattoni e farisei,
esattamente come vedeva Gesù la sua epoca, situazione di degrado che nessuna rivoluzione
spirituale e intellettuale può sanare. Il taglio parodistico[1]
conferito a La ricotta causò
istantaneamente a Pasolini l’accusa di vilipendio della Religione di Stato."
[1] L’approccio critico di Pasolini all’arte sacra e ai suoi mezzi di
produzione non affronta semplicemente l’arte, la religione e la politica come
sfere interagenti, ma mostra come questo legame si costruisca su realtà
economiche che sollecitano nella gente risposte inconsce a quei valori e a
quelle leggi a cui soggiacciono."
"L’opposizione tra il presente massificato ed un passato ideale, trasfigurato in arte o puro istinto è accentuata dall’alternanza del Technicolor e del bianco&nero, che mette in risalto l’influenzarsi reciproco della vecchia preistoria della fede dell’uomo in dio con la dilagante, sacrilega nuova preistoria.
Le scene in bianco&nero
comunicano l’impressione che Pasolini volesse conferire a La ricotta lo stile di un documentario su Cinecittà, girato appunto
nella fase di produzione di un film avente a soggetto un tema sacro, e che
questa tecnica avesse lo scopo di comunicare la perdita dell’aura del
Cristianesimo delle origini, qui sopraffatto dalla frenetica routine del set.
Le scene sono affollate di personaggi che
corrispondono a figure professionali di vario livello, coinvolte nella produzione
del film – dal regista agli attori, dall’assistente di regia ai tecnici che
gravitano intorno ad una produzione. Questa scala rende conto delle
subordinazioni su base socioeconomica delle rigide gerarchie dell’industria
cinematografica.
All’epoca in cui il film La ricotta veniva girato a Cinecittà, il
nuovo cinema italiano registrava la tendenza a sostituire le istanze marxiste
del neorealismo con nuove prospettive teoriche sull’autoreferenzialità
dell’opera d’arte, infine proclamando l’autonomia dell’arte promossa da
Vittorini un decennio prima contro la politica di Togliatti. Similmente,
Pasolini addizionava di elementi visionari il realismo mimetico che faceva da
sfondo a La ricotta, così da creare
un equilibrio dialettico tra il mondo del cinema e quello più crudo della sua
produzione.[2]
" L’analisi ora si incentra su una delle parti autoreferenziali più problematiche del film realizzata in stile quasi documentaristico, che propone appunto le dinamiche in atto nella produzione di un film, e delle tecniche di mis en abyme. In questa sequenza, il regista fittizio del film-nel-film, Orson Welles, alter ego di Pasolini, rilascia (malvolentieri) un’intervista a Tegliesera, un giornalista dall’atteggiamento leggero ed approssimativo che gli pone domande sulle sue intenzioni d’autore. Welles risponde con sprezzo alle domande postegli dal giornalista ed esprime il disappunto dell’intellettuale per lo stato delle arti nella società contemporanea.[3] Prende un libro tra le mani ed è la sceneggiatura di Mamma Roma, recita versi dello stesso Pasolini, tratti dalla raccolta che sarebbe stata pubblicata da lì ad un anno, Poesia in forma di rosa (1964): “Io sono una forza del Passato. / Solo nella tradizione è il mio amore./ Vengo dai ruderi, dalle Chiese, dalle pale d'altare.”
"In questo orizzonte tutto si livella nell'ottica capitalistica e consumistica che schiaccia chi entra a far parte dell'industria culturale, la quale macina soggetti, artisti, lavoratori, specialmente questi ultimi, che, come Stracci, da proletari o sottoproletari, restano vittime innanzitutto della loro soggezione al sacro e al potere di chi ne gestisce le tematiche e la valoristica."
(Cfr anche 2006, Conferenza "Italy on Screen").
Dirà Pasolini di questo film:
“L’intenzione fondamentale era di rappresentare, accanto alla religiosità dello Stracci, la volgarità ridanciana, ironica, cinica, incredula del mondo contemporaneo. Questo è detto nei versi miei, che vengono letti nell’azione del film […]. Le musiche tendono a creare un’atmosfera di sacralità estetizzante, nei vari momenti in cui gli attori si identificano con i loro personaggi. Momenti interrotti dalla volgarità del mondo circostante. […] Col tono volgare, superficiale e sciocco, delle comparse e dei generici, non quando si identificano con i personaggi, ma quando se ne staccano, essi vengono a rappresentare la fondamentale incredulità dell’uomo moderno, con il quale mi indigno. Penso ad una rappresentazione sacra del Trecento, all’atmosfera di sacralità ispirata a chi la rappresentava e a chi vi assisteva. E non posso non pensare con indignazione, con dolore, con nostalgia, agli aspetti così atrocemente diversi che una sì analoga rappresentazione ottiene accadendo nel mondo moderno”. (Pier Paolo Pasolini)
Cos'è per Pasolini / Orson Welles l'uomo medio. (Video su Youtube)
Nella scena conclusiva, Gesù si rivolge a Stracci. il Buon Ladrone sulla croce:
"Quando sarai nel regno dei cieli, ricordati di me" (Stracci come il Buon Ladrone)
"Quando sarai nel regno dei cieli, ricordati di me" (Stracci come il Buon Ladrone)
“… Il produttore, che fuma pacifico il suo sigaro, il regista, l’aiuto, le dive, la corte, tutti, tutti in semicerchio, come visti dalle croci, schiacciati contro terra, aspettano. (Regista) Azione! Ma la testa di Stracci resta a penzolare come un prosciutto, immobile.(Esseri umani della troupe) Se sente male. Che ci'hà? È morto!” Pier Paolo Pasolini, La ricotta, sceneggiatura (1962)
Filmografia |
Opere cinematografiche di Pier Paolo Pasolini. (Bologna, 1922- Roma, 1975)
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- Accattone (1961)
- Mamma Roma (1962)
- Ro.Go.Pa.G., episodio La ricotta (1963)
- La rabbia (1963), sua la regia della prima parte; la seconda è per la regia di Giovannino Guareschi
- Comizi d'amore (1964)
- Sopralluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo (1964)
- Il Vangelo secondo Matteo (1964)
- Uccellacci e uccellini (1966), è sopravvissuto anche uno spezzone muto del film, non inserito nel montaggio, che si intitola L'aigle - l'uomo bianco
- Le streghe, episodio La Terra vista dalla Luna (1967)
- Capriccio all'italiana, episodio Che cosa sono le nuvole? (1967)
- Edipo re (1967)
- Appunti per un film sull'India (1968)
- Teorema (1968)
- Amore e rabbia, episodio La sequenza del fiore di carta (1968)
- Porcile (1969)
- Medea (1969)
- Appunti per un'Orestiade africana (1970)
- 12 Dicembre Lotta continua (1970)
- Appunti per un romanzo sull'immondezza (1970)
- Il Decameron (1971)
- Le mura di Sana'a (1971)
- I racconti di Canterbury (1972)
- Il fiore delle Mille e una notte (1974)
- Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975)
- Porno-Teo-Kolossal (1976) (incompiuto a causa della morte di Pasolini nel 1975)
Opere
Per l'importanza della sua poesia il critico statunitense Harold Bloom ha inserito Pasolini tra gli scrittori che compongono il Canone Occidentale.
Poesia
- Poesie a Casarsa, Libreria Antiquaria Mario Landi, Bologna 1942.
- Poesie, Stamperia Primon, San Vito al Tagliamento 1945.
- Diarii, Pubblicazioni dell'Academiuta, Casarsa 1945 (ristampa anastatica 1979, con premessa di Nico Naldini).
- I pianti, Pubblicazioni dell'Academiuta, Casarsa 1946.
- Dov'è la mia patria, con 13 disegni di G. Zigaina, Edizioni dell'Academiuta, Casarsa 1949.
- Tal còur di un frut, Edizioni di Lingua Friulana, Tricesimo 1953 (nuova edizione a cura di Luigi Ciceri, Forum Julii, Udine 1974).
- Dal diario (1945-47), Sciascia, Caltanissetta 1954 (nuova edizione 1979, con introduzione di L. Sciascia, illustrazioni di Giuseppe Mazzullo).
- La meglio gioventù, Sansoni ("Biblioteca di Paragone"), Firenze 1954.
- Il canto popolare, Edizioni della Meridiana, Milano 1954.
- Le ceneri di Gramsci, Garzanti, Milano 1957 (nuova edizione Einaudi, Torino 1981, con un saggio critico di Walter Siti).
- L'usignolo della Chiesa Cattolica, Longanesi, Milano 1958 (nuova edizione Einaudi, Torino 1976).
- Roma 1950. Diario, All'insegna del pesce d'oro (Scheiwiller), Milano 1960.
- Sonetto primaverile (1953), Scheiwiller, Milano 1960.
- La religione del mio tempo, Garzanti, Milano 1961 (nuova edizione Einaudi, Torino 1982).
- Poesia in forma di rosa (1961-1964), Garzanti, Milano 1964.
- Poesie dimenticate, a cura di Luigi Ciceri, Società filologica Friulana, Udine 1965.
- Poesie (riunisce una scelta d'autore di 24 poesie da Le ceneri di Gramsci, La religione del mio tempo e Poesia in forma di rosa); Garzanti, Milano 1970.
- Trasumanar e organizzar, Garzanti, Milano 1971.
- La nuova gioventù. Poesie friulane 1941-1974, Einaudi, Torino 1975; Collana Gli struzzi n.243, 1981; Collezione di poesia, Einaudi, 2002.
- Le poesie (riunisce Le ceneri di Gramsci, La religione del mio tempo, Poesia in forma di rosa, Trasumanar e organizzar e alcune inedite); Garzanti, Milano 1975.
- Pasolini, Poesie e pagine ritrovate, a cura di Andrea Zanzotto e Nico Naldini con disegni di Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Zigaina, Lato Side, 1980
- Bestemmia. Tutte le poesie, 2 voll., a cura di Graziella Chiarcossi e Walter Siti, prefazione di Giovanni Giudici, Garzanti, Milano 1993 (nuova edizione negli "Elefanti", 4 voll., ivi 1995-1996).
- Poesie scelte, a cura di Nico Naldini e Francesco Zambon, con una introduzione di F. Zambon, TEA, Milano 1997.
- Tutte le poesie, 2 voll. in cofanetto, a cura e con uno scritto di Walter Siti, saggio introduttivo di Fernando Bandini, Mondadori, Milano 2003.
Traduzioni poetiche
Dal latino
- Dall'Eneide, in Umberto Todini, Virgilio e Plauto, Pasolini e Zanzotto. Inediti e manoscritti d'autore tra antico e moderno, in Lezioni su Pasolini, a cura di Tullio De Mauro e Francesco Ferri, Sestante, Ascoli Piceno 1997, p. 56.
Dal francese
- Roger Allard, Storia di Yvonne, in Poesia straniera del Novecento, a cura di A. Bertolucci, Garzanti, Milano 1958, pp. 82–87.
- Jean Pellerin, La romanza del ritorno, in Poesia straniera del Novecento, a cura di A. Bertolucci, Garzanti, Milano 1958, pp. 88–93.
- André Frénaud, Esortazione ai poveri, in «L'Europa letteraria», dicembre 1960.
In friulano
- Niccolò Tommaseo, A la so Pissula Patria, «Il Stroligut», n. 1, avost 1945, p. 19.
- Giuseppe Ungaretti, Luna, «Il Stroligut», n. 2, avril 1946, p. 19.
Dal greco al friulano
- Tre frammenti di Saffo, in Massimo Fusillo, La Grecia secondo Pasolini. Mito e cinema, La Nuova Italia, Firenze 1996, pp. 243–244.
Narrativa
- Ragazzi di vita, Garzanti, Milano 1955 (nuova edizione: Einaudi, Torino 1979, con un'appendice contenente Il metodo di lavoro e I parlanti).
- Una vita violenta, Garzanti, Milano 1959 (nuova edizione: Einaudi, Torino 1979).
- L'odore dell'India, Longanesi, Milano 1962 (nuova edizione Guanda, Parma 1990, con un'intervista di Renzo Paris ad Alberto Moravia).
- Il sogno di una cosa, Garzanti, Milano 1962.
- Alì dagli occhi azzurri, Garzanti, Milano 1965.
- Teorema , Garzanti, Milano 1968.
- La Divina Mimesis, Einaudi, Torino 1975 (nuova edizione 1993, con una nota introduttiva di Walter Siti).
- Amado mio preceduto da Atti impuri, con uno scritto di A. Bertolucci, edizione a cura di Concetta D'Angeli, Garzanti, Milano 1982.
- Petrolio, a cura di Maria Careri e Graziella Chiarcossi, con una nota filologica di Aurelio Roncaglia, Einaudi, Torino 1992.
- Un paese di temporali e di primule, a cura di Nico Naldini, Guanda, Parma 1993 (oltre a racconti, contiene saggi di argomento friulano).
- Romàns, seguito da Un articolo per il «Progresso» e Operetta marina, a cura di Nico Naldini, Guanda, Parma 1994.
- Storie della città di Dio. Racconti e cronache romane (1950-1966), a cura di Walter Siti, Einaudi, Torino 1995.
- Romanzi e racconti, 2 voll., a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, con due saggi di W. Siti, Mondadori, Milano 1998.
- Petrolio, a cura di Silvia De Laude, con una nota filologica di Aurelio Roncaglia, Mondadori, Milano 2005.
Sceneggiature e testi per il cinema
- La notte brava, in Filmcritica, novembre-dicembre 1959.
- Accattone, prefazione di Carlo Levi, FM, Roma 1961; poi in Accattone, Mamma Roma, Ostia, introduzione di Ugo Casiraghi, Garzanti, Milano 1993, pp. 23–236.
- Mamma Roma, Rizzoli, Milano 1962; poi in Accattone, Mamma Roma, Ostia, cit., pp. 239–401.
- Il Vangelo secondo Matteo, a cura di Giacomo Gambetti, Garzanti, Milano 1964; poi in Il Vangelo, Edipo, Medea, introduzione di Morando Morandini, Garzanti, Milano 1991, pp. 7–300.
- La commare secca, in «Filmcritica», ottobre 1965.
- Uccellacci e uccellini, Garzanti, Milano 1966.
- Edipo re, Garzanti, Milano 1967, poi in Il Vangelo, Edipo, Medea, cit., pp. 313–454.
- Che cosa sono le nuvole?, in Cinema e Film, 1969.
- Porcile (soggetto del primo episodio, titolo originario Orgia), in «ABC», 10 gennaio 1969.
- Appunti per un poema sul Terzo Mondo (soggetto), in Pier Paolo Pasolini. Corpi e luoghi, a cura di Michele Mancini e Giuseppe Perrella, Theorema, Roma 1981, pp. 35–44.
- Ostia, un film di Sergio Citti, sceneggiatura di S. Citti e Pier Paolo Pasolini, Garzanti, Milano 1970; poi in Accattone, Mamma Roma, Ostia, cit., pp. 405–566.
- Medea, Garzanti, Milano 1970; poi in Il Vangelo, Edipo, Medea, cit., pp. 475–605.
- Il padre selvaggio (racconto-sceneggiatura scritto nel 1963 per un film mai realizzato), Collana Nuovi Coralli n.114, Einaudi, Torino, I ed. 1975.
- Trilogia della vita (Il Decameron, I racconti di Canterbury, il Fiore delle Mille e una notte), a cura di Giorgio Gattei, Cappelli, Bologna 1975; nuove edizioni Oscar Mondadori, Milano 1987, e Garzanti, Milano 1995, con introduzione di Gianni Canova.
- San Paolo, Einaudi, Torino 1977.
- Appunti per un'Orestiade africana, a cura di Antonio Costa, Quaderni del Centro Culturale di Copparo, Copparo (Ferrara) 1983.
- Ignoti alla città (commento), in Pier Paolo Pasolini, Il cinema in forma di poesia, a cura di Luciano De Giusti, Cinemazero, Pordenone 1979, pp. 117–18.
- La canta delle marane (commento), ibid., pp. 119–20.
- Comizi d'amore (scaletta preparatoria), ibid., pp. 123–27.
- Storia indiana (soggetto), ibid., pp. 134–35.
- Le mura di Sana'a (commento), in «Epoca», 27 marzo 1988.
- Porno-Teo-Kolossal, in «Cinecritica», aprile-giugno 1989.
- Sant'Infame, ivi.
- La Terra vista dalla Luna, sceneggiatura a fumetti, presentazione di Serafino Murri, in «MicroMega», ottobre-novembre 1995.
- La Nebbiosa, in «Filmcritica», 459/460, novembre-dicembre 1995; edizione integrale secondo le sequenza della prima stesura, a cura di Graziella Chiarcossi, prefazione di Alberto Piccinini, nota al testo di Maria D'Agostini, Biblioteca delle Silerchie, Il Saggiatore, Milano, 2013.
- Per il cinema, 2 voll. in cofanetto, a cura di Walter Siti e Franco Zabagli, con due scritti di B. Bertolucci e Mario Martone, saggio introduttivo di Vincenzo Cerami, Mondadori, Milano 2001.
Teatro
- Italie Magique, in Potentissima signora, canzoni e dialoghi scritti per Laura Betti, Longanesi, Milano 1965, pp. 187–203.
- Pilade, in «Nuovi Argomenti», luglio-dicembre 1967.
- Affabulazione, in «Nuovi Argomenti», luglio-settembre 1969.
- Calderón, Garzanti, Milano 1973.
- I Turcs tal Friùl (I Turchi in Friuli), a cura di Luigi Ciceri, Forum Julii, Udine 1976 (nuova edizione a cura di Andreina Nicoloso Ciceri, Società filologica friulana, Udine 1995).
- Affabulazione-Pilade, presentazione di Attilio Bertolucci, Garzanti, Milano 1977.
- Porcile, Orgia, Bestia da stile, con una nota di Aurelio Roncaglia, Garzanti, Milano 1979.
- Teatro (Calderón, Affabulazione, Pilade, Porcile, Orgia, Bestia da stile), prefazione di Guido Davico Bonino, Garzanti, Milano 1988.
- Affabulazione, con una nota di Guido Davico Bonino, Einaudi, Torino 1992.
- La sua gloria (dramma in 3 atti e 4 quadri, 1938), in «Rendiconti», 40, marzo 1996, pp. 43–70.
- Teatro, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, con due interviste a L. Ronconi e S. Nordey, Mondadori, Milano 2001.
- Bestia da stile, a cura di Pasquale Voza, Editrice Palomar, Bari 2005.
Traduzioni teatrali
- Eschilo, Orestiade, traduzione di Pier Paolo Pasolini, a cura dell'Istituto Nazionale del Dramma Antico per le rappresentazioni classiche nel teatro greco di Siracusa, Urbino 1960; poi Einaudi, Torino 1960 e 1988, con una Lettera del traduttore.
- Plauto, Il vantone, traduzione di Pier Paolo Pasolini, Garzanti, Milano 1963 (nuova edizione 1994, con la presentazione di U. Todini).
Saggi
- "Paolo Weiss" testo di Pasolini, con 34 tavole del pittore, Edizioni della Piccola Galleria Roma 1946
- Passione e ideologia (1948-1958), Garzanti, Milano 1960 (nuove edizioni Einaudi, Torino 1985, con un saggio introduttivo di C. Segre, e Garzanti, Milano 1994, con prefazione di A. Asor Rosa).
- "I parlanti" (1948) estratto da "Botteghe Oscure", Roma 1951, ripubblicato in appendice all'edizione Einaudi di "Ragazzi di vita", 1979
- "Donne di Roma" con introduzione di Alberto Moravia, Milano, Il Saggiatore, 1960
- Empirismo eretico, Garzanti, Milano 1972.
- Scritti corsari, Garzanti, Milano 1975 (nuova edizione 1990, con prefazione di A. Berardinelli).
- Volgar'eloquio, a cura di Antonio Piromalli e Domenico Scafoglio, Athena, Napoli, 1976
- Lettere luterane, Einaudi, Torino, 1976; con un'introduzione di Alfonso Berardinelli, 2003.
- Descrizioni di descrizioni, a cura di Graziella Chiarcossi, Collana Gli struzzi n.194, Einaudi, Torino, I ed. 1979; prefazione di Giampaolo Dossena, Garzanti, Milano, 1996; introduzione di Paolo Mauri, Collana Saggi, Garzanti, 2006.
- Il Portico della Morte, a cura di Cesare Segre, «Associazione Fondo Pier Paolo Pasolini», Garzanti Milano 1988.
- Antologia della lirica pascoliana. Introduzione e commenti, a cura di Marco Antonio Bazzocchi, saggio introduttivo di M. A. Bazzocchi ed Ezio Raimondi, Einaudi, Torino 1993.
- I film degli altri, a cura di Tullio Kezich, Guanda, Parma 1996.
- Poesia dialettale del Novecento, a cura di Mario dell'Arco e Pier Paolo Pasolini, introduzione di Pasolini, Guanda, Parma 1952 (nuova edizione Einaudi, Torino 1995, con prefazione di Giovanni Tesio).
- Canzoniere italiano. Antologia della poesia popolare, a cura di Pier Paolo Pasolini, Guanda, Parma 1955 (nuova edizione Garzanti, Milano 1972 e 1992).
- Pier Paolo Pasolini e il setaccio 1942-1943, a cura di Mario Ricci, Cappelli, Bologna 1977, con scritti di Roberto Roversi e Gianni Scalia (contiene i seguenti saggi pasoliniani: «Umori» di Bartolini; Cultura italiana e cultura europea a Weimar; I giovani, l'attesa; Noterelle per una polemica; Mostre e città; Per una morale pura in Ungaretti; Ragionamento sul dolore civile; Fuoco lento.Collezioni letterarie; Filologia e morale; Personalità di Gentilini; «Dino» e «Biografia ad Ebe»; Ultimo discorso sugli intellettuali; Commento a un'antologia di «lirici nuovi»; Giustificazione per De Angelis; Commento allo scritto del Bresson; Una mostra a Udine).
- Stroligut di cà da l'aga (1944) - Il Stroligut (1945-1946) - Quaderno romanzo (1947), riproduzione anastatica delle riviste dell'Academiuta friulana, a cura del Circolo filologico linguistico padovano, Padova, 1983 (contiene i seguenti saggi pasoliniani: Dialet, lenga e stil; Academiuta di Lenga Furlana; Alcune regole empiriche d'ortografia; Volontà poetica ed evoluzione della lingua).
- Saggi sulla letteratura e sull'arte, 2 voll., in cofanetto, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, con un saggio di Cesare Segre, Mondadori, Milano, 1999.
- Saggi sulla politica e sulla società, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, con un saggio di Piergiorgio Bellocchio, Mondadori, Milano 1999.
Dialoghi con i lettori
- Le belle bandiere. Dialoghi 1960-65, a cura di Gian Carlo Ferretti, Collana I David n.19, Roma, Editori Riuniti, 1977. (contiene una scelta dei dialoghi apparsi sul settimanale «Vie Nuove» tra il 4 giugno e il 30 settembre 1965).
- Il caos, a cura di Gian Carlo Ferretti, Collana I David, Roma, Editori Riuniti, dicembre 1979. (contiene una scelta dei dialoghi apparsi sul settimanale «Tempo», dal 6 agosto 1968 al 24 gennaio 1970); Collana Saggi, Garzanti, Milano, 2015.
- I dialoghi, a cura di Giovanni Falaschi, prefazione di Gian Carlo Ferretti, Collana I Grandi, Roma, Editori Riuniti, 1992. (comprende tutti i dialoghi apparsi su «Vie Nuove» e su «Tempo»).
Epistolari
- Lettere agli amici (1941-1945), Collana Biblioteca della Fenice n.3, Parma, Guanda, 1976.
- Lettere 1940-1954, Con una cronologia della vita e delle opere, a cura di Nico Naldini, Collana Biblioteca dell'Orsa n.2, Torino, Einaudi, 1986,
- Lettere 1955-1975, a cura di Nico Naldini, Collana Biblioteca dell'Orsa, Torino, Einaudi, 1988,
- Vita attraverso le lettere, A cura di Nico Naldini, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, 1994,
Interviste
- Il sogno del centauro, A cura di Jean Duflot. Prefazione di Gian Carlo Ferretti, Collana Universale scienze sociali, Roma, Editori Riuniti, 1983. (lunga intervista concessa in due tempi - 1969 e 1975 - apparsa dapprima in francese - nel 1970 e nel 1981 - col titolo Les dernières paroles d'un impie); Collana I libelli, Editori Riuniti, II ed. 1993,
- Pasolini su Pasolini. Conversazioni con Jon Halliday, trad. C. Salmaggi, Collana Biblioteca della Fenice, Parma, Guanda, 1992,
- Interviste corsare sulla politica e sulla vita 1955-1975, A cura di Michele Gulinucci, Roma, Liberal Atlantide editoriale, 1995.
- Furio Colombo e Gian Carlo Ferretti (a cura di), L'ultima intervista di Pasolini, Collezione Le Coccinelle, Avagliano Editore, 2005,
- Povera Italia. Interviste e interventi, 1949-1975, A cura di Angela Molteni, Kaos Edizioni, 2013,
- Polemica Politica Potere, conversazioni con Gideon Bachmann, A cura di Riccardo Costantini, Collana Reverse, Milano, Chiarelettere, 2015,
Programmi radiofonici
- Paesaggi e scrittori: il Friuli, a cura di Pier Paolo Pasolini, sabato 17 agosto 1956, RAI programma nazionale.
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