Erminia Passannanti: 3 Poesie 2022: "Vendetta", "1 maggio", "Come in fotografia".

Erminia Passannanti

3 Poesie 

marzo-giugno 2022


Vendetta

Avevo pensato di vedere bruciare
la foto del suo volto su una candela,
nera che l'avviluppava tutta.

Mi ero procurata vestigia
e materiale,
con la verve del complotto:

una ciotola, dell'acqua benedetta,
un filo anch'esso nero
da avvolgere tre volte intorno al dito,
una preghiera rituale
da bisbigliare
mentre la guardavo a mani giunte,
accartocciarsi e scomparire tra cirri
di nera morte.

L'ho fatto. Ho visto
Troia ardere e cadere,
in fiamme e cenere,
con le ali infangate del disastro.
Ne ho raccolto i brandelli
su uno specchio con una lametta.

Mi sono chiesta
se avrebbe funzionato,
e l'ho sperato.

Ho sepolto lontano da casa,
avvolti in stagnola,
i nauseabondi resti
della carcassa arsa.

Attendo l'avverarsi
della mia vendetta.

Salerno, 17 marzo 2022


1 maggio

C'era una volta una fontana antica,
così antica che solo qualche vecchio
conosceva la sua vera storia,

una storia realistica e fiabesca,
che è la nostra vera storia.

Mi avvicino a piedi nudi tra l'erba alta,
a quella pietra di fontana antica,
dove crescono ranuncoli e papaveri.

Ho un abito di garza bianco,
lunghi capelli neri,
e sono la figlia di mio padre.

Sono la figlia di mio padre,
dai lunghi capelli neri,
e sono la tua futura moglie.

La moglie che ha mantenuto i nudi piedi
su quella pietra antica,
dove spuntano a maggio
papaveri, ranuncoli e vipere.

Salerno,  1 maggio 2022


Come in fotografia

Camminavamo lungo il profilo dei monti,
sulla riva acciottolata di un fiume della Svizzera,
che spingeva verde smeraldo le sue acque
verso la valle grandiosa del lago di Lucerna,
in viaggio, io e lui, come quel fiume
nel flusso di una storia che credevo eterna.

Il nostro cane ci seguiva, docile,
strizzava gli occhi al sole,
trotterellava tra le erbe fresche,
non si curava d’altro che di noi due.
Anche per lui il desiderio era procedere.

Saranno trascorsi cinque anni
da quel limpido giorno di settembre.
Non sono più partita né tornata.
Ma cresce sulla terra quella traccia,
fosca come un’ombra che cala sulla via,
portando il mio presente dinanzi al mio passato,
e lo ritrova, come in fotografia.

Salerno, 16 giugno 2022


Commento di Paolo di Lieto


Considerando l'ordine cronologico delle poesie, la progressione emotiva e tematica dell'abbandono matrimoniale diventa ancora più evidente. Letti nella sequenza dettata dalle date, lo stato d'animo in evoluzione del soggetto poetico—dal furore e il tentativo di controllo alla successiva tristezza e rassegnazione nostalgica—risulta più coerente. Esaminiamo di nuovo ciascuna poesia all’interno di questa struttura temporale.

"Vendetta" (17 marzo 2022)

In questa prima poesia, il soggetto poetico è consumato dalla rabbia e dalla sete di vendetta. Il tono è immediato e viscerale, con l’io lirico che si impegna in una distruzione quasi ritualistica del proprio passato. Il bruciare la fotografia e l’uso di oggetti come l’acqua benedetta, il filo nero e una preghiera suggeriscono un tentativo di controllare o cancellare il dolore emotivo attraverso azioni cerimoniali, quasi magiche. La natura deliberata di questo processo rivela un soggetto che cerca potere dopo il tradimento, mosso dalla speranza che la vendetta possa fornire una chiusura.

Il riferimento all’incendio di Troia e la raccolta delle ceneri collegano la perdita personale a una narrazione archetipica di distruzione e caduta. Il soggetto poetico si allinea a un’immagine classica di disastro, intensificando ulteriormente la gravità dell’abbandono. Tuttavia, nonostante i suoi sforzi, emerge il dubbio—“Mi sono chiesta se avrebbe funzionato”—un indizio che anche nel suo atto più violento di vendetta, rimane l'incertezza se il dolore possa realmente essere risolto. Il finale della poesia, con l'attesa dell'avverarsi della vendetta, lascia il soggetto in uno stato di sospensione, emotivamente irrisolto nonostante il rituale eseguito.

Questa poesia, essendo la prima in ordine cronologico, mostra il soggetto poetico nel suo momento più crudo e reattivo. Non è in grado di elaborare l’abbandono in modo costruttivo, cedendo invece ai suoi istinti più oscuri.

"1 maggio" (1 maggio 2022)

Nella seconda poesia, scritta meno di due mesi dopo Vendetta, il soggetto poetico appare in un paesaggio emotivo molto diverso. Le spinte violente e distruttive si sono attenuate e l’io lirico si rifugia in un contesto pastorale e simbolico. Le immagini sono intrise di natura—erba alta, papaveri, ranuncoli—e il tono è riflessivo piuttosto che aggressivo. La "fontana antica" rappresenta una forza radicata, un luogo antico e senza tempo che ha un significato per il soggetto.

Tuttavia, il simbolismo di questa fontana antica porta con sé sottintesi di pericolo. Il contrasto tra la bellezza dei fiori e la presenza delle vipere suggerisce la dualità della vita, dove la bellezza e l’amore sono sempre accompagnati da un potenziale dolore o tradimento. La vulnerabilità del soggetto è sottolineata dai suoi piedi nudi e dal suo ruolo di "figlia di mio padre" e "tua futura moglie," collegando la sua narrazione personale ai ruoli familiari e coniugali. La ripetizione di questa identità—figlia e futura moglie—suggerisce una tensione tra il passato e il futuro, e le aspettative a lei imposte.

Qui, il soggetto non è più focalizzato sulla vendetta ma piuttosto su una comprensione del proprio posto all'interno di un ciclo che precede la sua esperienza individuale. Il dolore dell'abbandono è implicito nella presenza minacciosa delle vipere, ma emerge anche un senso più profondo di accettazione. L'uso di maggio, mese associato al rinnovamento e alla fertilità, contrasta con le cicatrici emotive più profonde che il soggetto porta con sé. In questa poesia, il soggetto sembra rassegnato al proprio destino, meno preoccupato del dolore immediato o della rabbia, e più concentrato sulla natura senza tempo e quasi mitica dell'amore e della perdita.

"Come in fotografia" (16 giugno 2022)

Quando arriviamo all'ultima poesia, scritta tre mesi dopo Vendetta e un mese e mezzo dopo 1 maggio, il soggetto poetico è completamente riflessivo e sommesso. La rabbia e i gesti simbolici di vendetta di Vendetta hanno lasciato il posto a una malinconica nostalgia. Le immagini di una passeggiata serena lungo un fiume in Svizzera con il partner e il cane contrastano nettamente con la violenza di Vendetta. Questa poesia è radicata nel ricordo, con il soggetto che guarda indietro a un tempo in cui la relazione sembrava armoniosa, persino eterna. Il fiume in movimento diventa una metafora della costanza percepita della relazione passata, che, come il fiume, un tempo era in movimento ma ora appare distante e irraggiungibile.

Il cane, descritto come “docile” e interessato solo ai due, incarna la purezza del passato della relazione, una semplicità ormai perduta. Tuttavia, man mano che la poesia avanza, il passare del tempo si fa più pesante, con la consapevolezza che “cinque anni” sono trascorsi da quel momento. Il tono qui è di rassegnazione, non alla fine della relazione, ma al fatto che il tempo ha irrimediabilmente alterato tutto.

L’uso della fotografia in questa poesia, che riecheggia quella bruciata in Vendetta, è cruciale. Mentre in Vendetta la fotografia veniva distrutta in un rituale violento, qui funziona come una metafora della memoria—un’immagine statica, immutabile, che cattura il passato ma che non può riportarlo indietro. La fotografia, come la relazione passata, è congelata, esistendo solo come ombra di ciò che era. Il soggetto poetico è passato dalla rabbia e dal desiderio di controllo in Vendetta a una più riflessiva accettazione del trascorrere del tempo e della perdita che esso comporta.

Evoluzione Tematica

Nell'ordine cronologico delle poesie, il viaggio emotivo del soggetto poetico diventa più evidente.

In "Vendetta," il soggetto è crudo e reattivo, usando la distruzione ritualistica per elaborare il proprio abbandono. La poesia è caratterizzata da rabbia e dal tentativo di controllare la situazione attraverso la violenza e la vendetta, ma, alla fine, lo lascia in uno stato di sospensione.

"1 maggio" rappresenta una fase di transizione, in cui il soggetto si sposta dalla rabbia alla contemplazione, abbandonando il desiderio di vendetta e riflettendo invece sul proprio ruolo all’interno di un ciclo più ampio di vita, amore e perdita. Qui, la natura serve come metafora dell’inevitabilità—bellezza e pericolo coesistono, e il soggetto comincia a riconoscere la complessità del proprio paesaggio emotivo.

"Come in fotografia" è l'ultimo passo nella sua evoluzione, in cui il soggetto è entrato completamente in una fase di riflessione malinconica. Il passato viene ora visto con un senso di quieta perdita piuttosto che con le emozioni intense di Vendetta. L'immagine della fotografia diventa il simbolo dominante della memoria, che cattura un momento nel tempo ma che rimane per sempre distante dal presente. Il soggetto, ormai distaccato sia dalla vendetta che dalla rabbia, riflette su come il ricordo plasmi la sua realtà attuale.

La voce poetica, dunque, si muove attraverso diverse fasi di risposta emotiva all'abbandono—rabbia, riflessione e infine rassegnazione. In questa progressione, il soggetto affronta l’impossibilità di recuperare il passato, e alla fine si rassegna a convivere con le ombre dei ricordi, catturati come una fotografia, ma per sempre distanti dal presente.

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