"Della disperazione". Poesie ritrovate.
"Della disperazione"
Poesie ritrovate
VECCHIE POESIE DEL PRIMO BLOG “ERODIADE”
(Collassato dalla piattaforma Splinder)
Recuperate tramite “Wayback Machine” di Internet Archive)
Foto del 13 giugno 2009
"Della disperazione"
Poesie ritrovate
Queste sono delle poesie che scrissi tra il 2004 e il 2006. Erano pubblicate nel mio blog Erodiade. Poesia e Dissidenza, poi collassato e subito ricreato nel 2006 su altra piattaforma (Google Blogger). Nello scomparire dalla vista lasciarono però traccia su Internet Archive. Way Back Machine. Le ripubblico, ma in esse non va riscontrata un’aderenza letterale con la mia alquanto normalissima vita, quanto piuttosto un uso metaforico di questa per proporre una mia ricorrente idea. Quale? Quella della dissidenza per via artistica. In effetti, il mio pensiero è preciso a questo riguardo, e ne ripubblico un estratto da un mio articolo del 2009, sempre sul sito Erodiade. Online Journal. https://erodiade.blogspot.com
“Il dissenso artistico, infine, si distingue da quello politico perché non è legato necessariamente a dei periodi di aperta crisi e/o di lotta, ed è caratterizzato da una prospettiva di permanente, sistematica revisione dei codici e dei segni affermatisi all'interno di una data cultura, da cui il carattere sostanzialmente dissidente di ogni forma artistica di ricerca autentica nel suo opporsi allo status quo." (Erminia Passannanti, Erodiade. Blog di Poesia e Dissidenza Artistica. 2007)
Indice delle Poesie
Musica dal paese dei morti
Lupus et Agnus
Tonfo sordo
Quando il sole…
Fede di Pesca
Passeggiata dicembrina
Commento di Gianmario Lucini
Musica dal paese dei morti
Fuggi
dal mondo imbarbarito della difesa
D’una piazza, d’un metro
di stoffa, poesia
Voltabandiera.
All’ultimo
binario del tumulto
Inverti faccia e rotta.
Anzi, con acque
dinanzi, lidi di fianco,
Dalla pianura baleni la
rovinata
Allegria.
Musica
dal paese
Dei morti, la ribellione innocente
Che ti
aspetta.
Lupus et Agnus
Giaceva
su verde greto, riversa
E nella mente scorrevano memorie
Di
mai conosciuti antecedenti
Della
lacera
Trisavola, trascinata
Dinanzi alla mannaia.
Legata
mani e piedi
Pari a agnello
Sacrificato come
Santa
eretica.
Giaceva
denudata
Presso il fiume
Di ciò che ci precede
E
rispondeva al lupo
D’esser nata solo dopo
Le colpe di suo
padre.
Tonfo sordo
E
ritornare nell’abisso turchese
Con brani per violino
Nel
fondo del cuore,
In fondo all’orrore.
O
forse solo a un nucleo
Di stupore.
Che morte… che
occasione…
Che sorpresa…
Il mondo che sceglie
Di inghiottirti a ritroso...
Nel
giorno freddo
Senz’altro commento
Che la musica…
Quando il sole…
Quando
il sole sorgeva a tutte le ore
Avevo falsa fede nel Signore.
Fede
nella rugiada e nella Spada
Fede nel sangue dei nostri Eroi.
Avevo
membra snelle e un cuore tondo
Correvo a braccia aperte intorno
al Tempo
Come se fosse il Mondo.
Stasera
imploro d’entrare nell’Averno
Che il cuore mi si spacchi con
l’Infarto
Che il mio stomaco imploda nell’Eterno.
Portatemi
nel loculo 3 noci
E un bicchiere di buon vino Novello.
Fede di Pesca
O
Partner,
sinonimo
Con profonde affinità
Governo dell’autogoverno
E
linea di governo…
Continua
epurazione di me stessa.
La de-erminizzazione, dovuta
principalmente all’opera
Di Erminia, intendeva ripristinare la
legalità
Erminista, violata da me stessa.
In
un senso, era creare
Una rigida, e piuttosto
elementare,
Dottrina dell’ermeneutica,
Sotto Erminia.
Cresciuta
in un seminario ortodosso,
E sostanzialmente
Atea, perché
anche l’ateismo è religione.
In questa accezione.
E
rivoluzione
Contro se stessi.
All’ascesa del controllo
totale
Con continuità e coerenza,
Sia pure
inefficacemente.
Sia pesca e fede. Eterna.
Passeggiata dicembrina
Il
mio sangue s’è messo il cappotto
Ed è uscito per strada,
intirizzito.
Ha
incontrato
Due cani ad una svolta
Che si lenivano l’un
l’altro le ferite.
Dopo
aver attraversato la piazza
S’è diretto
Dove fluttuavano
a mezz’aria
I suicidi.
Aveva
bisogno
D’una caldarrosta
Quella posta in cima alla
catasta
Dei vivi affastellati in via Frattina.
Commento
Le poesie condivise si collocano pienamente nella teoria del dissenso per via artistica che Erminia Passannanti espone, quella che vede l’arte come una forma di resistenza permanente, che si oppone al potere senza per forza manifestarsi come un’azione strettamente politico-militante.
Le loro tematiche, l’estraneazione, l’isolamento, l’inquietudine metafisica, l’emersione del passato, l’analisi delle colpe, delle lacune, delle vulnerabilità, riflettono quella revisione permanente delle convenzioni che sta alla base del dissenso.
Il testo teorico che scrisse a suo tempo l’amica Passannanti pone l’arte come una sfida alle strutture egemoni attive anche all’interno delle stesse istituzioni letterarie, se non contrastate dalla dissidenza artistica.
Le poesie qui raccolte costituiscono solo una parte di quelle innumerevoli altre poesie pubblicate da quest’autrice nella raccolta Il Torsolo del Ventre ed Altre Fandonie (Troubador, 2006) e quelle incluse nelle due antologie da lei curate dal titolo Poesia del dissenso (volume 1, Troubador, 2004) e Poesia del dissenso (volume 2, Joker 2006), che danno forma a questo pensiero tramite un lessico intimo, metaforico, che rifiuta ogni messaggio univoco per aprire uno spazio di riflessione.
È proprio in questo rovesciamento delle prospettive, in quella disobbedienza e anche ironia nei confronti dell'"afflato lirico", che si realizzano le caratteristiche fondamentali della sua idea del dissenso per via artistica.
Gianmario Lucini (Sondrio, 2009)
* Mi permetto di rimandare alle mie analisi di queste raccolte pubblicate sul sito Poiein.
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