“Pioggia d’ agosto“
“Pioggia d’ agosto“
Tu certo mi hai dissetata
Come pioggia che penetra la zolla.
Ma nell’afa mi hai anche uccisa
Come l’acqua sotto il sole le radici.
(Erminia Passannanti, 22 agosto 2023)
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"Pioggia d’agosto" is a brief but deeply felt lyric, structured in two couplets that enact a dialectic of nourishment and destruction. The poet addresses a "tu", a "you", who is both vital and fatal. This duality evokes a classically tragic tension, rooted in natural imagery but transcending the literal.
The first couplet suggests fulfilment and gratitude:
"Tu certo mi hai dissetata / Come pioggia che penetra la zolla."
Here, the image is almost biblical: the beloved (or other) is likened to life-giving rain that quenches thirst and revives the earth. The tone is intimate, elemental, and organic. The verb penetrare is sensorial and carries a subtle erotic charge, hinting at physical and spiritual union.
But the second couplet turns this nourishment into its opposite:
"Ma nell’afa mi hai anche uccisa / Come l’acqua sotto il sole le radici."
This sudden reversal introduces a fatal paradox: the very element that gives life ("the water", "the rain") also becomes the cause of death. In the oppressive afa (mugginess, August heat), water evaporates and roots wither, suggesting betrayal or a tragic excess. The poem resonates with capricious dualities of nature and love, where sustenance turns into suffocation.
This miniature poem thus explores the ambivalence of desire, love, or emotional dependency: the beloved (or experience) is at once salvation and undoing. The condensed metaphor—rain and roots, thirst and heat—carries emotional, erotic, and existential resonance. In form and effect, it recalls Ungaretti's essentialism or the sharp natural symbolism of Emily Dickinson. Every word is weighed, each image pulling more meaning than its surface suggests.
Anna Cole
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(Traduzione)
"Pioggia d’agosto" è una lirica breve ma intensissima, costruita in due distici che mettono in scena una dialettica di nutrimento e distruzione. La poetessa si rivolge a un "tu" che è insieme fonte di vita e causa di morte. Questa duplicità assume una tonalità tragica, evocata attraverso immagini naturali dense di stratificazioni simboliche.
Nel primo distico prevale un tono di gratitudine:
"Tu certo mi hai dissetata / Come pioggia che penetra la zolla."
L’immagine ha quasi un sapore biblico o arcaico: la pioggia che disseta la terra rappresenta un gesto vitale, essenziale. Il verbo penetrare introduce una carica sensuale ed emotiva, suggerendo un incontro profondo, forse anche erotico o spirituale.
Ma il secondo distico rovescia questo gesto di salvezza in una condanna:
"Ma nell’afa mi hai anche uccisa / Come l’acqua sotto il sole le radici."
Questo rivela un improvviso paradosso. Nel caldo torrido di agosto, la pioggia che disseta, evapora, lascinado le radici, simbolo di ancoraggio e sopravvivenza, senza acqua, che, bruciate, muoiono. Il riferimento stagionale (l’afa d’agosto) sottolinea una condizione estrema, un ambiente in cui la presenza vitale si trasforma in veleno. Il tu amato è divenuto anche carnefice: da dono a minaccia, da alimento a danno.
La poesia, pur nella sua brevità, esplora l’ambivalenza dell’amore, del desiderio o di una dipendenza affettiva: ciò che nutre può anche distruggere. La metafora della pioggia e delle radici porta con sé risonanze erotiche, esistenziali, e naturali. Il dettato è essenziale, quasi ungarettiano, e l’efficacia simbolica ricorda la sintesi folgorante di Emily Dickinson. Ogni parola è cesellata, ogni immagine trabocca di senso.
Anna Cole
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