"In volo". Poesia.



 "In volo"

cristalli di cielo
nel palmo della mano

un filo di voce —
senza più ritorno
attraversa in frantumi
trasparenze
 
dove fumo blu 
si distacca
traccia
di un romanzetto letto

la realtà
si disfa
in distanza 

silenzio

nel racconto d’inverno
schegge d’aria



(Oxford, 11 agosto 2025)

Erminia Passannanti

COMMENTO

COMMENTO

La poesia "In volo" si struttura attraverso una serie di visioni che suggeriscono un processo di disgregazione percettiva e ontologica. Il titolo orienta la lettura verso una dimensione di movimento e transitorietà, implicando una condizione di sospensione e irreversibilità.

L’immagine iniziale coniuga il concreto con l’evanescente, evocando una materialità fragile e al contempo trascendente, una realtà catturata, ma instabile. Il “filo di voce — senza più ritorno” indica una comunicazione monodirezionale, un monologo, che attraversa “in frantumi trasparenze”, esprimendo una rottura della continuità percettiva e relazionale.

Il testo si configura come una meditazione sulla frammentazione della comunicazione, attraverso l’immagine dei “cristalli di cielo” — forse quelli dello schermo di un cellulare — tenuto in mano dal passeggero mentre è in volo tra le nubi. Questa immagine crea un enigma interpretativo, mentre la comunicazione si interrompe bruscamente.

La presenza del “fumo blu” che “si distacca” come “traccia di un romanzetto letto” introduce un elemento di ambiguità e memoria culturale, dove la narrativa svapora e si riduce a un’ombra lieve, un residuo simbolico che permane nonostante la disintegrazione circostante. L’uso del diminutivo “romanzetto” implicata, inoltre, un’ironia e una sottile svalutazione della storia raccontata, accentuando la sensazione di precarietà ed inconsistenza.

I versi finali accentuano la percezione del dissolversi della “realtà” e l’insorgere di un paesaggio caratterizzato da “distanza” e “silenzio”, elementi che si configurano come fattori di alienazione e frammentazione. La chiusa, “nel racconto d’inverno/ schegge d’aria”, racchiude l’intera esperienza in una dimensione reale che sfiora quella onirica e impalpabile (ed emerge qui, opposta, la grandiosità dell'opera di Shakespeare The Winter Tale), dove, in volo, le consistenze si sfaldano in particelle evanescenti.


Emanuela Rocco (c)



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