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Visualizzazione dei post da novembre, 2024
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Franco Fortini   Translated by Erminia Passannanti   'The nest'   Mid-March and between the wall and the roof some  birds with yellow hostile beaks nervous  and miserable make their nest of twigs. When it is deepest night and I cannot sleep I know that their  newborn are  behind the wall.   In  Prague , I read, the noblemen’s severed heads were  embossed in friezes of eagles and gold. From profound theatres valiant men now  sing. A humming splits the night. Proud voices invoke Miserere.   Inside the nest ignorant creatures will  shiver at their mother's frenzy. Hunger will shriek, the mother will  teach them all there is to know. In the ghastly air they will finally fly and  nothing more than this will learn.   Illusion has emptied the scenes. Minute populations have burned alive in the diodes. I say to my pious  mind  -  Gather your broken limbs in  this patient ship. Let the body look like one  whole dormant being.   But already so many are on their ways in  the greyness

La poesia dell'afasia linguistica: Una nota su Amelia Rosselli

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 La poesia dell'afasia linguistica:  Una nota su Amelia Rosselli di Erminia Passannanti “Dubbio, finezza, battaglie e contraddizioni”, nella poesia di Amelia Rosselli La lingua che si traduce in scrittura poetica è un itinerario macchinoso – affettivo, esistenziale, ideologico, politico, e psichico, fatto innanzitutto di “dubbio”, “finezza”, “battaglie e contraddizioni” – che implica un percorso e dei modi che abbiano una vicenda d’evoluzione dai molteplici e mai garantiti esiti: così la poesia, che è esperienza, fatica, apprendimento e comunicazione dei passi compiuti, delle tracce seguite e di quelle lasciate dal poeta sul proprio cammino. Questo percorso, o viaggio, assume, di volta in volta, una data forma, ha delle tappe sue proprie, delle svolte, parole-chiave, e vive anche dei rapporti interni a queste componenti. La forza espressiva del linguaggio poetico non è solo assicurata dalla competenza lessicale di un dato scrittore, ma dalla sua intensità percettiva, dal suo occ

Samuel Beckett. Un uovo è un uovo. [Due poesie]

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Samuel  Beckett .  Un uovo è un uovo . [Due poesie] di  Erminia Passannanti [già pubblicato in  Linea D'Ombra , 1998] Trasferitosi a Parigi nel 1938, in epoca post-surrealista, Samuel  Beckett  s’imbatte nella miriade di sottogruppi seguaci dei vari movimenti  delle  avanguardie di  Jarry ,  Breton  e Bataille. A differenza di questi, non si affida o ricorre alla creatività indotta artificialmente, né ha pretese di trasgressione  mistico-estetica  delle politiche culturali e dei sistemi di valori prodotti dal capitalismo imperante. I suoi personaggi sono capaci solo di una genuina follia.  Non è nemmeno la dimensione indocile del sogno  a  irrompere nel loro lessico, ma l’afasia linguistica come esito di un male organico,   un tarlo che devia la logica del parlato, affidando a campi semantici disparati e apparentemente sconclusionati il significato degli enunciati. La sua scrittura si avvale non tanto di un’estetica dell’indecifrabilità o un linguaggio alterato quanto piuttosto, di