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Visualizzazione dei post da marzo, 2014

La grande bellezza, di Sorrentino

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La grande bellezza La grande bellezza ha molti pregi. E' un'opera apprezzabile per il tributo ad un ampio, anzi ampissimo cerchio extratestuale, memorabile nel mercato culturale: referenti importanti nella letteratura (Proust, Flaubert,   Schnitzler, eccetera), nella musica, nel cinema (Fellini, Kubrick, Pasolini,   etc.), nella fotografia, nella politica-spazzatura attuale… E' un film postmoderno, citazionista (tanto per suggerire un riferimento eclatante, un rimando continuo specie nelle scene del ballo e della mondanità romana, è a D'Agostino, Pizzi e il Cafonal"), che appare sia superficiale sia profondissimo: è un effetto questo molto abile. La profondità del superficiale, e la sua estetizzazione, lenta ed estrema. Il film ha varie sub-trame, che si intrecciano intorno ad un personaggio centrale, il quale ha carattere e malinconia esistenzialista, ma che è reso per questo anche un po’ patetico: una trama tragicomica, con dell