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Poema a due voci - Lucini & Passannanti

G. : All’erta, popolo lezioso che vivi un’effimera esistenza di qualche mese soltanto elettorale poi t’infossi nell’oggidiano come mitica patata per cinque lunghi anni sotterra a maturare, all’erta! un dio s’aggira fra di noi sguardo corrusco, forte mascella (fa la sua parte il trucco) un dio che come ogni dio s’e fatto da sé (e non ti lamentare se cresce il prezzo della cocaina) ed ha il potere di trasformare in oro ogni monnezza, in senno ogni cazzata, tutto per il meglio, il mondo preso per la coda e rovesciato perché lo sguardo si cambi l’inizio diventi la fine e viceversa la sostanza puzzolente di fogna in qualche modo scoli, e pur permanendo si disperda di tutta questa merda si faccian fiori, li si dipinga con il blu del cielo e il nero sullo sfondo all’erta, un dio tremendo che sorride sempre scintillano i suoi denti né sappiamo cos’altro ancora scintilli nel segreto (lo chiederemo alle veline, ragazze di stomaco buono

La grande bellezza, di Sorrentino

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La grande bellezza La grande bellezza ha molti pregi. E' un'opera apprezzabile per il tributo ad un ampio, anzi ampissimo cerchio extratestuale, memorabile nel mercato culturale: referenti importanti nella letteratura (Proust, Flaubert,   Schnitzler, eccetera), nella musica, nel cinema (Fellini, Kubrick, Pasolini,   etc.), nella fotografia, nella politica-spazzatura attuale… E' un film postmoderno, citazionista (tanto per suggerire un riferimento eclatante, un rimando continuo specie nelle scene del ballo e della mondanità romana, è a D'Agostino, Pizzi e il Cafonal"), che appare sia superficiale sia profondissimo: è un effetto questo molto abile. La profondità del superficiale, e la sua estetizzazione, lenta ed estrema. Il film ha varie sub-trame, che si intrecciano intorno ad un personaggio centrale, il quale ha carattere e malinconia esistenzialista, ma che è reso per questo anche un po’ patetico: una trama tragicomica, con dell