Poema a due voci - Lucini & Passannanti

G. : All’erta, popolo lezioso
che vivi un’effimera esistenza
di qualche mese soltanto
elettorale
poi t’infossi nell’oggidiano
come mitica patata per cinque lunghi anni
sotterra a maturare, all’erta!
un dio s’aggira fra di noi
sguardo corrusco, forte mascella
(fa la sua parte il trucco)
un dio che come ogni dio
s’e fatto da sé (e non ti lamentare
se cresce il prezzo della cocaina)
ed ha il potere di trasformare in oro
ogni monnezza, in senno
ogni cazzata, tutto per il meglio,
il mondo preso per la coda e rovesciato
perché lo sguardo si cambi
l’inizio diventi la fine e viceversa
la sostanza puzzolente di fogna
in qualche modo scoli,
e pur permanendo si disperda
di tutta questa merda
si faccian fiori, li si dipinga
con il blu del cielo
e il nero sullo sfondo
all’erta, un dio tremendo che sorride sempre
scintillano i suoi denti né sappiamo
cos’altro ancora scintilli nel segreto
(lo chiederemo alle veline,
ragazze di stomaco buono
a loro modo generose)
scintillano gli occhi e alto sui tacchi
domina le schiere vocianti
Alè, allelujà
io per di qui
tu per di là
l’importante e capirsi
conquistare la plancia del comando
dividersi la nave i bottoni
tu premi questo e io quest’altro
col mare in bonaccia è gran divertimento.
O capitano, mio dio e capitano
che dai a parole e prendi con la mano
che spilli ai polli per dare ai coccodrilli
a me l’immane compito
di rivelarti al mondo
nella tua essenza più vera
(è una minchiata ignobile
ma pure mi diverto:
faccio la voce grossa, insulto
non mi importa di fare l’isterico
sputtanato sono, più di una volta
l’importante è la palanca e giocare
truccando bene il mazzo).
Questo il mio impegno prima di salire
nell’alto dei suoi cieli disciolto nell’etere
angelo folle che magnifica e contempla
la verità per risputarla al mondo.
Un dio si aggira (eravamo a questo punto)
e non avete occhi
per vedere, orecchi per sentire?
Anche il segno di Giona è stato dato
per più volte dentro la pancia del mostro
per più volte risputato sulla spiaggia
(in extremis, ma che conta?
innocenza o prescrizione
medesimo è l’effetto: salva la facciata
la merda sotto il tappeto).
Popolo lezioso, che cosa mai ti fece?
In cosa ti ha rattristato?
Ti ha insegnato a salvare l’onore
palpando il culo alle signore
ti ha creato una realtà virtuale
ha resuscitato il comunismo per darti un ideale
di libertà, il fascismo
per darti uno stile di vita rigoroso
lasciar perdere la vecchia politica
e farti i cazzi tui
nel beato trastullo dei circenses
di tette al vento dimenticandoti il pane
(che te ne fai dei pane
popolo etereo nell’ascesi della risata?)
eri lì lì allo sfascio ma tanto felice
orgoglioso d’essere italiano e di contare
come il due di coppe quando briscola è fiori
ma che c’entra! qualcosa
che contava c’era, c’erano statistiche
c’erano finanze creative, sogni
materializzati nei registri e nei numeri
tutto un contare e ricontare
un andare e tornare di conti e riconti
tattiche e paratattiche di profumate matematiche
per nascondere l’odore della merda
e funzionava, perdio, se funzionava
mai ci fu un’era più felice
in questa depressa repubblica
come dice il “Times”).
Ora, popolo, s’aggira l’artefice
di tutto questo fra noi in incognito
e vuole rivelarsi – e tu
memore di quel dio minore
(teologicamente solo per un terzo)
che finì sulla croce
non farai questo errore!
non cederai ai ricatti
dei comunisti senza dio
che mi vogliono crocifisso sul satellite
e lui deriso, trattato come un uomo
qualunque, uno che soffre
il mal di denti o la colite spastica
che invecchia e perde i capelli e forse
orrore – pure muore
magari sul water in un mattino di primavera
leggendo un pornetto di nascosto da sua moglie

**

E. : Ahi, Paese decaduto - o mai esistito -
costruito sulla follia di Nero. Mani invisibili
t’hanno triturato dentiere e genitali, il tuo snodo economico
s’è inceppato, meccanismo d’oro non atto a funzionare.
L’antica idoneità a uccidere nemici atrofizzata, a sopprimere
l’identico è attrezzata. Ahi pornomane conformista,
stupratore di figlie, inetto relitto con ciglia finte e belletto.
Paese, segno puntuale di declino, d’ogni valore
hai fatto uno zerbino. Mangiatore di spade,
sputasentenze e fuoco, che t’arrampichi sugli specchi a vuoto,
incapace di rispettare tua madre. Bebè con una visione del mondo
indispettita, odi il tempo e la gente ivi compresa.
Rattristato da minime afflizioni, generi mostruose aberrazioni.
Ahi Paese, estinguiti, vai dannato al Creatore, crepa.

(copyright: Gianmario Lucini & Erminia Passannanti)


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