LA RICOTTA. IL SACRO TRASGREDITO. UN VOLUME CRITICO SU LA RICOTTA (RO.GO.PA.G., 1963) PIER PAOLO PASOLINI (1922- 1975)



La ricotta. Il Sacro trasgredito.

List Price: $14.00 
About the author:
Erminia Passannanti ha conseguito un Ph.D. in letteratura italiana presso lo University College London (2004) con una tesi di dottorato sull'opera di Franco Fortini (Essay Writing, Lyric Diction and Poetic Translation in the Work of Franco Fortini, UCL, 2004). Ha pubblicato la monografia Poem of the Roses. Linguistic Expressionism in the Poetry of Franco Fortini (Troubador, 2004). Ha co-edito il volume di letteratura ed estetica Vested Voices (Troubador, 2006). È ideatrice e curatrice dell'antologia di poesia e scrittura saggistica, Poesia del Dissenso (Troubador, 2004, vol. I; Joker, 2007, Vol. II). Si occupa di cinema: suoi saggi editi in sillogi esegetiche sul cinema di Pasolini includono studi sull'uso dell'iconografia sacra in La ricotta. Attualmente conduce una ricerca sulla censura cinematografica e la Chiesa Cattolica presso la Brunel University (London, UK). È docente di ruolo di Lingua e Letteratura Inglese.

Questo saggio fu presentato per la prima volta, nella versione in lingua inglese, alla conferenza di cinema ed italianistica, "ITALY ON SCREEN", IGRS, Londra, 2006.

Pubblicato in Inghilterra nel 2007 come monografia (The Sacred Transgressed), e quindi in Italia ne "La nuova gioventù? L'eredità di Pasolini", A cura di Emanuela Patti, Ed. Joker, 2009.

Il saggio nella versione inglese è stato successivamente incluso nell'antologia "Italy on Screen", Lucy Bolton, ed. Peter Lang, Londra, 2011. 



La ricotta. 

Il Sacro trasgredito

Il cinema di Pier Paolo Pasolini e la censura religiosa


 

Authored by 
Erminia Passannanti

Second Edition: 2008


La ricotta. Il sacro trasgredito. Pasolini e la censura clericale. " Il volume monografico ha come suo nucleo di analisi la socio-semiotica del sacro, nel film La ricotta, ed è, nella seconda parte, una disamina attenta del processo di censura contro il suo autore, Pier Paolo Pasolini. "Per comprendere il profondo livello di spiritualità espresso da Pier Paolo Pasolini nel corto La ricotta (episodio del film RoGoPaG, di Alfredo Bini, 1962) e collocarlo adeguatamente all'interno del paradosso della sua visione atea della vicenda umana di Gesù di Nazareth, in Il Vangelo secondo Matteo (1964), si può partire dalla rappresentazione che egli offrì della "Passione di Cristo" come punto di partenza della sua critica dell'identità cattolica. Si trattava, per Pasolini, di una identità religiosa chiaramente in declino in una nazione ormai secolarizzata. Pasolini contrappone le politiche del Cattolicesimo vaticano al Cristianesimo delle origini come forza ideologica direttamente proveniente dal messaggio di Gesù, che rivisita da una prospettiva hegelo-marxista. " (Dall' "Introduzione" dell'autrice)



This book published in 2008 is an expansion of the essay "Riformulazione e decostruzione dell'identità cattolica nel film La ricotta di Pier Paolo Pasolini", presented at the conference in Italian studies, 'Italy on Screen', held at the Institute of Germanic and Romance Studies, in London, in February 2007 (Senate House).

It was published for the first time in the academic collective book, "Italy on Screen", edited by Lucy Bolton and Christina Siggers Manson (Peter Lang, London, 2011). 

The content of this essay, Pasolini's La ricotta and clerical censorship has been vastly acknowledged by the academic community as being a new historical and thematic approach to censorship, and an original thought-provoking contribution to clerical censorship against Pasolini's cinematic treatment of the sacred. Erminia Passannanti has published her findings on Italian cinema and clerical censorship in two separate monographs, "Il Cristo dell'eresia. Pasolini cinema e censura" (Joker, 2009), and "La ricotta. 


Il sacro trasgredito. Cinema e censura clericale nei film di Pasolini" (2008). In Italian, essays on Pasolini's relation to the sacred and clerical censorship, by Passannanti, are included in the collective volumes, "La Nuova Gioventù? Eredità di Pier Paolo Pasolini" (Ed. Manuela Patti, Joker, 2009), and in "Italian film directors in the new Millennium, 2011." (ed. William Hope)".



Second Edit 2008
ISBN/EAN13:
1489571965 / 9781489571960
Page Count:
74
Binding Type:
US Trade Paper
Trim Size:
6" x 9"
Language:
Italian
Color:
Black and White
Related Categories:
Performing Arts / Film & Video / History & Criticism







Dal libro di Erminia Passannanti (2008): 


"La sceneggiatura de La ricotta, composta nel 1962, fu intesa come trasposizione/trascrizione filmica, epica ed iconografica della Passione di Cristo in quella di un qualsiasi Cristo, nella persona del poveraccio Stracci, capro espiatorio della ferocia del passato come di quella dei tempi moderni." 

"Stracci, una comparsa che interpreta il Buon Ladrone, infatti, è fatto morire sulla croce, dopo una giornata di avventurose peripezie per rimediare pane e ricotta e sfamarsi mentre è sul set del film." 


"Non solo le sue avventure sono grottesche ma l'intera ambientazione del soggetto che presenta un film nel film, dei quadri nel quadri (tableaux vivants), la società nella società, appare assurda e - quasi fellinianamente - irreale. L'insieme filmico-narrativo (testi sacri, versi classici e moderni citati, interviste rilasciate) è gestito con un linguaggio che  realizza una commistione di sacro e profano anticipatrice dell'estetica del postmoderno." 

"Il relativismo culturale de La ricotta pone a confronto i valori borghesi con i modelli della cultura popolare e in questo face-to-face ciascuna delle due parti in causa probabilmente non comprende appieno il valore dell’altra. Mentre il primo tableau vivant ha luogo, la voce fuori campo del regista grida attraverso un megafono ordini, dispensa rimproveri ed insulti. La croce è innalzata da un’attrezzatura scenica su cui il regista ha disposto diversi attori per ricreare l’ordine compositivo di Rosso intorno a Gesù nell’attimo in cui è deposto dalla barra superiore. A livello sonoro, le cose non sono meno caotiche.
Il suggeritore continua a ripetere dei versi che Maria addolorata dovrebbe eventualmente recitare. Ma l’attrice non si è presa la briga di impararli e sbaglia perfino a mimarli. Il gruppo dei gementi ai piedi di Gesù guarda annoiato verso l’alto l’attore dai capelli rossi che interpreta Gesù nella posa del quadro. L’aiuto regista è furioso perché il tecnico del suono, invece di un brano sacro di Scarlatti, ha erroneamente mandato in onda un cha-cha-cha.
La trascuratezza degli attori nell’eseguire le indicazioni del regista è inquadrata nel processo di secolarizzazione del prodotto artistico tecnicizzato, che priva di carisma la religione e ogni sua rappresentazione rituale o artistico, come ha indicato Walter Benjamin nel saggio del 1936, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. L’attenzione dunque si sposta sull’assetto socioeconomico delle classi d’attori nel tableau-vivant.
Il regista esausto si rivolge alla prima attrice, rimproverandola con tono paternalistico: “Sonia, ricordati che sei ai piedi di Gesù. Non pensare al tuo cagnolino!”
Il sabotaggio dell’ordine compositivo/iconografico dell’originale appare simile a certe tecniche postmoderniste e impone, dunque, una proliferazione di significati che destabilizzano la pretesa di una replica fedele dell’originale di Rosso Fiorentino.
La scena termina con il regista –pedagogo delle masse – che chiede ad un vecchio attore di smetterla di scaccolarsi il naso, trovandosi “ai piedi di Cristo”. Le sue parole traducono la nozione del presente come epoca d’accattoni e farisei, esattamente come vedeva Gesù la sua epoca, situazione di degrado che nessuna rivoluzione spirituale e intellettuale può sanare. Il taglio parodistico[1] conferito a La ricotta causò istantaneamente a Pasolini l’accusa di vilipendio della Religione di Stato."



[1] L’approccio critico di Pasolini all’arte sacra e ai suoi mezzi di produzione non affronta semplicemente l’arte, la religione e la politica come sfere interagenti, ma mostra come questo legame si costruisca su realtà economiche che sollecitano nella gente risposte inconsce a quei valori e a quelle leggi a cui soggiacciono."


"L’opposizione tra il presente massificato ed un passato ideale, trasfigurato in arte o puro istinto è accentuata dall’alternanza del Technicolor e del bianco&nero, che mette in risalto l’influenzarsi reciproco della vecchia preistoria della fede dell’uomo in dio con la dilagante, sacrilega nuova preistoria.

Le scene in bianco&nero comunicano l’impressione che Pasolini volesse conferire a La ricotta lo stile di un documentario su Cinecittà, girato appunto nella fase di produzione di un film avente a soggetto un tema sacro, e che questa tecnica avesse lo scopo di comunicare la perdita dell’aura del Cristianesimo delle origini, qui sopraffatto dalla frenetica routine del set.
 Le scene sono affollate di personaggi che corrispondono a figure professionali di vario livello, coinvolte nella produzione del film – dal regista agli attori, dall’assistente di regia ai tecnici che gravitano intorno ad una produzione. Questa scala rende conto delle subordinazioni su base socioeconomica delle rigide gerarchie dell’industria cinematografica.
All’epoca in cui il film La ricotta veniva girato a Cinecittà, il nuovo cinema italiano registrava la tendenza a sostituire le istanze marxiste del neorealismo con nuove prospettive teoriche sull’autoreferenzialità dell’opera d’arte, infine proclamando l’autonomia dell’arte promossa da Vittorini un decennio prima contro la politica di Togliatti. Similmente, Pasolini addizionava di elementi visionari il realismo mimetico che faceva da sfondo a La ricotta, così da creare un equilibrio dialettico tra il mondo del cinema e quello più crudo della sua produzione.[2]



[2] Pasolini aveva già fatto ricorso a questo tipo di retorica nel poemetto del 1960 “La ricchezza” (La religione del mio tempo, Milano: Garzanti, 1961) dove gli episodi biblici sono contrapposti ad altri che ritraggono la vita degli uomini comuni."

L’analisi ora si incentra su una delle parti autoreferenziali più problematiche del film realizzata in stile quasi documentaristico, che propone appunto le dinamiche in atto nella produzione di un film, e delle tecniche di mis en abyme. In questa sequenza, il regista fittizio del film-nel-film, Orson Welles, alter ego di Pasolini, rilascia (malvolentieri) un’intervista a Tegliesera, un giornalista dall’atteggiamento leggero ed approssimativo che gli pone domande sulle sue intenzioni d’autore. Welles risponde con sprezzo alle domande postegli dal giornalista ed esprime il disappunto dell’intellettuale per lo stato delle arti nella società contemporanea.[3] Prende un libro tra le mani ed è la sceneggiatura di Mamma Roma, recita versi dello stesso Pasolini, tratti dalla raccolta che sarebbe stata pubblicata da lì ad un anno, Poesia in forma di rosa (1964): “Io sono una forza del Passato. / Solo nella tradizione è il mio amore./ Vengo dai ruderi, dalle Chiese, dalle pale d'altare.”



[3] Si veda il documentario-saggio di Pier Paolo Pasolini, La rabbia, girato nel 1963, immediatamente dopo La ricotta."

"In questo orizzonte tutto si livella nell'ottica capitalistica e consumistica che schiaccia chi entra a far parte dell'industria culturale, la quale macina soggetti, artisti, lavoratori, specialmente questi ultimi, che, come Stracci, da proletari o sottoproletari, restano vittime innanzitutto della loro soggezione al sacro e al potere di chi ne gestisce le tematiche e la valoristica."




Erminia Passannanti 

(Cfr anche 2006, Conferenza "Italy on Screen").








Dirà Pasolini di questo film:
“L’intenzione fondamentale era di rappresentare, accanto alla religiosità dello Stracci, la volgarità ridanciana, ironica, cinica, incredula del mondo contemporaneo. Questo è detto nei versi miei, che vengono letti nell’azione del film […]. Le musiche tendono a creare un’atmosfera di sacralità estetizzante, nei vari momenti in cui gli attori si identificano con i loro personaggi. Momenti interrotti dalla volgarità del mondo circostante. […] Col tono volgare, superficiale e sciocco, delle comparse e dei generici, non quando si identificano con i personaggi, ma quando se ne staccano, essi vengono a rappresentare la fondamentale incredulità dell’uomo moderno, con il quale mi indigno. Penso ad una rappresentazione sacra del Trecento, all’atmosfera di sacralità ispirata a chi la rappresentava e a chi vi assisteva. E non posso non pensare con indignazione, con dolore, con nostalgia, agli aspetti così atrocemente diversi che una sì analoga rappresentazione ottiene accadendo nel mondo moderno”. (Pier Paolo Pasolini)





Cos'è per Pasolini / Orson Welles l'uomo medio.  (Video su Youtube)


"La ricotta" (1963) di Pasolini




 


Nella scena conclusiva, Gesù si rivolge a Stracci. il Buon Ladrone sulla croce: 

"Quando sarai nel regno dei cieli, ricordati di me" (Stracci come il Buon Ladrone)


“… Il produttore, che fuma pacifico il suo sigaro, il regista, l’aiuto, le dive, la corte, tutti, tutti in semicerchio, come visti dalle croci, schiacciati contro terra, aspettano. (Regista) Azione! Ma la testa di Stracci resta a penzolare come un prosciutto, immobile.(Esseri umani della troupe) Se sente male. Che ci'hà? È morto!”  Pier Paolo Pasolini, La ricotta, sceneggiatura (1962)







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Filmografia 



 Opere cinematografiche di Pier Paolo Pasolini(Bologna, 1922- Roma, 1975)


  1. Accattone (1961)
  2. Mamma Roma (1962)
  3. Ro.Go.Pa.G., episodio La ricotta (1963)
  4. La rabbia (1963), sua la regia della prima parte; la seconda è per la regia di Giovannino Guareschi
  5. Comizi d'amore (1964)
  6. Sopralluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo (1964)
  7. Il Vangelo secondo Matteo (1964)
  8. Uccellacci e uccellini (1966), è sopravvissuto anche uno spezzone muto del film, non inserito nel montaggio, che si intitola L'aigle - l'uomo bianco
  9. Le streghe, episodio La Terra vista dalla Luna (1967)
  10. Capriccio all'italiana, episodio Che cosa sono le nuvole? (1967)
  11. Edipo re (1967)
  12. Appunti per un film sull'India (1968)
  13. Teorema (1968)
  14. Amore e rabbia, episodio La sequenza del fiore di carta (1968)
  15. Porcile (1969)
  16. Medea (1969)
  17. Appunti per un'Orestiade africana (1970)
  18. 12 Dicembre Lotta continua (1970)
  19. Appunti per un romanzo sull'immondezza (1970)
  20. Il Decameron (1971)
  21. Le mura di Sana'a (1971)
  22. I racconti di Canterbury (1972)
  23. Il fiore delle Mille e una notte (1974)
  24. Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975)
  25. Porno-Teo-Kolossal (1976(incompiuto a causa della morte di Pasolini nel 1975)

Opere
Per l'importanza della sua poesia il critico statunitense Harold Bloom ha inserito Pasolini tra gli scrittori che compongono il Canone Occidentale.
Poesia
Traduzioni poetiche
Dal latino
Dal francese
In friulano
Dal greco al friulano
  • Tre frammenti di Saffo, in Massimo Fusillo, La Grecia secondo Pasolini. Mito e cinema, La Nuova Italia, Firenze 1996, pp. 243–244.
Narrativa
  • Ragazzi di vita, Garzanti, Milano 1955 (nuova edizione: Einaudi, Torino 1979, con un'appendice contenente Il metodo di lavoro e I parlanti).
  • Una vita violenta, Garzanti, Milano 1959 (nuova edizione: Einaudi, Torino 1979).
  • L'odore dell'India, Longanesi, Milano 1962 (nuova edizione Guanda, Parma 1990, con un'intervista di Renzo Paris ad Alberto Moravia).
  • Il sogno di una cosa, Garzanti, Milano 1962.
  • Alì dagli occhi azzurri, Garzanti, Milano 1965.
  • Teorema , Garzanti, Milano 1968.
  • La Divina Mimesis, Einaudi, Torino 1975 (nuova edizione 1993, con una nota introduttiva di Walter Siti).
  • Amado mio preceduto da Atti impuri, con uno scritto di A. Bertolucci, edizione a cura di Concetta D'Angeli, Garzanti, Milano 1982.
  • Petrolio, a cura di Maria Careri e Graziella Chiarcossi, con una nota filologica di Aurelio Roncaglia, Einaudi, Torino 1992.
  • Un paese di temporali e di primule, a cura di Nico Naldini, Guanda, Parma 1993 (oltre a racconti, contiene saggi di argomento friulano).
  • Romàns, seguito da Un articolo per il «Progresso» e Operetta marina, a cura di Nico Naldini, Guanda, Parma 1994.
  • Storie della città di Dio. Racconti e cronache romane (1950-1966), a cura di Walter Siti, Einaudi, Torino 1995.
  • Romanzi e racconti, 2 voll., a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, con due saggi di W. Siti, Mondadori, Milano 1998.
  • Petrolio, a cura di Silvia De Laude, con una nota filologica di Aurelio Roncaglia, Mondadori, Milano 2005.
Sceneggiature e testi per il cinema
Teatro
Traduzioni teatrali
Saggi
  • "Paolo Weiss" testo di Pasolini, con 34 tavole del pittore, Edizioni della Piccola Galleria Roma 1946
  • Passione e ideologia (1948-1958), Garzanti, Milano 1960 (nuove edizioni Einaudi, Torino 1985, con un saggio introduttivo di C. Segre, e Garzanti, Milano 1994, con prefazione di A. Asor Rosa).
  • "I parlanti" (1948) estratto da "Botteghe Oscure", Roma 1951, ripubblicato in appendice all'edizione Einaudi di "Ragazzi di vita", 1979
  • "Donne di Roma" con introduzione di Alberto Moravia, Milano, Il Saggiatore, 1960
  • Empirismo eretico, Garzanti, Milano 1972.
  • Scritti corsari, Garzanti, Milano 1975 (nuova edizione 1990, con prefazione di A. Berardinelli).
  • Volgar'eloquio, a cura di Antonio Piromalli e Domenico Scafoglio, Athena, Napoli, 1976
  • Lettere luterane, Einaudi, Torino, 1976; con un'introduzione di Alfonso Berardinelli, 2003.
  • Descrizioni di descrizioni, a cura di Graziella Chiarcossi, Collana Gli struzzi n.194, Einaudi, Torino, I ed. 1979; prefazione di Giampaolo Dossena, Garzanti, Milano, 1996; introduzione di Paolo Mauri, Collana Saggi, Garzanti, 2006.
  • Il Portico della Morte, a cura di Cesare Segre, «Associazione Fondo Pier Paolo Pasolini», Garzanti Milano 1988.
  • Antologia della lirica pascoliana. Introduzione e commenti, a cura di Marco Antonio Bazzocchi, saggio introduttivo di M. A. Bazzocchi ed Ezio Raimondi, Einaudi, Torino 1993.
  • I film degli altri, a cura di Tullio Kezich, Guanda, Parma 1996.
  • Poesia dialettale del Novecento, a cura di Mario dell'Arco e Pier Paolo Pasolini, introduzione di Pasolini, Guanda, Parma 1952 (nuova edizione Einaudi, Torino 1995, con prefazione di Giovanni Tesio).
  • Canzoniere italiano. Antologia della poesia popolare, a cura di Pier Paolo Pasolini, Guanda, Parma 1955 (nuova edizione Garzanti, Milano 1972 e 1992).
  • Pier Paolo Pasolini e il setaccio 1942-1943, a cura di Mario Ricci, Cappelli, Bologna 1977, con scritti di Roberto Roversi e Gianni Scalia (contiene i seguenti saggi pasoliniani: «Umori» di Bartolini; Cultura italiana e cultura europea a Weimar; I giovani, l'attesa; Noterelle per una polemica; Mostre e città; Per una morale pura in Ungaretti; Ragionamento sul dolore civile; Fuoco lento.Collezioni letterarie; Filologia e morale; Personalità di Gentilini; «Dino» e «Biografia ad Ebe»; Ultimo discorso sugli intellettuali; Commento a un'antologia di «lirici nuovi»; Giustificazione per De Angelis; Commento allo scritto del Bresson; Una mostra a Udine).
  • Stroligut di cà da l'aga (1944) - Il Stroligut (1945-1946) - Quaderno romanzo (1947), riproduzione anastatica delle riviste dell'Academiuta friulana, a cura del Circolo filologico linguistico padovano, Padova, 1983 (contiene i seguenti saggi pasoliniani: Dialet, lenga e stil; Academiuta di Lenga Furlana; Alcune regole empiriche d'ortografia; Volontà poetica ed evoluzione della lingua).
  • Saggi sulla letteratura e sull'arte, 2 voll., in cofanetto, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, con un saggio di Cesare Segre, Mondadori, Milano, 1999.
  • Saggi sulla politica e sulla società, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, con un saggio di Piergiorgio Bellocchio, Mondadori, Milano 1999.
Dialoghi con i lettori
  •  Le belle bandiere. Dialoghi 1960-65, a cura di Gian Carlo Ferretti, Collana I David n.19, RomaEditori Riuniti1977. (contiene una scelta dei dialoghi apparsi sul settimanale «Vie Nuove» tra il 4 giugno e il 30 settembre 1965).
  •  Il caos, a cura di Gian Carlo Ferretti, Collana I David, RomaEditori Riuniti, dicembre 1979. (contiene una scelta dei dialoghi apparsi sul settimanale «Tempo», dal 6 agosto 1968 al 24 gennaio 1970); Collana Saggi, Garzanti, Milano, 2015.
  •  I dialoghi, a cura di Giovanni Falaschi, prefazione di Gian Carlo Ferretti, Collana I Grandi, Roma, Editori Riuniti1992(comprende tutti i dialoghi apparsi su «Vie Nuove» e su «Tempo»).
Epistolari
  •  Lettere agli amici (1941-1945), Collana Biblioteca della Fenice n.3, Parma, Guanda, 1976.
  •  Lettere 1940-1954, Con una cronologia della vita e delle opere, a cura di Nico Naldini, Collana Biblioteca dell'Orsa n.2, Torino, Einaudi, 1986, 
  •  Lettere 1955-1975, a cura di Nico Naldini, Collana Biblioteca dell'Orsa, Torino, Einaudi, 1988,
  •  Vita attraverso le lettere, A cura di Nico Naldini, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, 1994, 
Interviste
  •  Il sogno del centauro, A cura di Jean Duflot. Prefazione di Gian Carlo Ferretti, Collana Universale scienze sociali, Roma, Editori Riuniti, 1983. (lunga intervista concessa in due tempi - 1969 e 1975 - apparsa dapprima in francese - nel 1970 e nel 1981 - col titolo Les dernières paroles d'un impie); Collana I libelli, Editori Riuniti, II ed. 1993,
  •  Pasolini su Pasolini. Conversazioni con Jon Halliday, trad. C. Salmaggi, Collana Biblioteca della Fenice, Parma, Guanda, 1992, 
  •  Interviste corsare sulla politica e sulla vita 1955-1975, A cura di Michele Gulinucci, Roma, Liberal Atlantide editoriale, 1995.
  •  Furio Colombo e Gian Carlo Ferretti (a cura di), L'ultima intervista di Pasolini, Collezione Le Coccinelle, Avagliano Editore, 2005,
  •  Povera Italia. Interviste e interventi, 1949-1975, A cura di Angela Molteni, Kaos Edizioni, 2013,
  •  Polemica Politica Potere, conversazioni con Gideon Bachmann, A cura di Riccardo Costantini, Collana Reverse, Milano, Chiarelettere, 2015, 
Programmi radiofonici


  • Paesaggi e scrittori: il Friuli, a cura di Pier Paolo Pasolini, sabato 17 agosto 1956, RAI programma nazionale.











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