Emmanuel Lévinas, Totalità e infinito: saggio sull’esteriorità.
Emmanuel Lévinas spiega
in questo modo l’identificazione dell’altro
da sé :
La sua uguaglianza in questa povertà essenziale consiste nel
riferirsi al terzo, così presente all’incontro e che, nella sua miseria, è già
servito da Altri. [...] Egli si unisce a me. [...] Ogni relazione sociale, al
pari di una derivata, risale alla presentazione dell’Altro al Medesimo, senza
nessuna mediazione di immagini o di segni, ma grazie alla sola espressione del
volto.[1]
[1] Emmanuel Lévinas, Totalità e infinito: saggio sull’esteriorità,
Jaca Booka, Milano 1982, p. 217.
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