"Il nastrino"

Era il migliore peduncolo di una pianta 

che si definisce "nastrino", il nostro matrimonio, 

che io chiamavo "amore eterno".

Tendeva l'esile braccio, 

assetato di vita, verso il terreno. 

Delle volte riusciva a penetrarlo, altre volte 

si seccava, vergognoso e stanco.

Cominciò tutto un giorno 

che andammo ad acquistare dei gerani 

in una serra di montagna

e la venditrice ne ce regalò un esemplare, 

innamorato del sole.

Quando avevo passione, 

ne staccavo una estremità 

e la piantavo in un vaso, ex novo,

dove attecchiva, contento, 

quasi estasiato, progredendo.

Era la pianta preferita di mia madre 

e a mia madre avevo correlato 

questa adozione incessante. 

Un mese, un anno, e la terrazza

di nastrini era proliferante.


(Erminia Passannanti, 22 aprile 2021)




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