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Poesia: "l'altra sponda". Dalla raccolta La realtà.

L’altra sponda Quando la mia poesia diverrà nera come il pensiero del cane che attraversa l’autostrada la coda tra le zampe dinanzi al flusso ora chiaro ora confuso delle macchine in corsa poesia di un attimo che coglierà ogni eventualità cibo avventura morte il gard-rail opposto visto al di là. (Dalla raccolta La realtà, 2004) Erminia Passannanti (c) All Rights Reserved E' una poesia concepita dalla prospettiva del cane abbandonato dagli umani. A livello ermeneutico e filosofico, questa poesia nacque per riflettere anche sul farsi della poesia stessa: la poesia, ovvero, sarà vera quando diventerà "nera", cioè capace di esprimere la profondità oscura dell’esistenza, ....come un pensiero (quello del cane) senza parola, non filtrato, un impulso nudo, del bisogno, ma anche dell'istinto della sopravvivenza ragionante di cui è capace appunto il cane. In ciò vi è un mio richiamo implicito alla poetica di autori come Paul Celan, Rimbaud, o Heidegger (la poesia c...
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“Il vortice” era l’anima mia colta in un  vortice andava a piedi scalzi  su un tappeto di  conchiglie infrante il mare di fianco recitava un salmo con le sue spume  bionde  sotto il  sole  di marzo volavano i capelli  inanellati in quel vortice  come lunghi pensieri ch’alle nubi s’innalzano e dalle spalle  mi strappava il  manto  azzurro come negli occhi il pianto. (12 luglio 2025) Erminia Passannanti         Commento al testo La poesia "Il vortice" si sviluppa in versi liberi e brevi, con costante ricorso all’enjambement e all’isolamento del verso singolo. Questa scelta formale, tutt’altro che ornamentale, è funzionale alla restituzione di uno stato emotivo perturbato: il ritmo spezzato e frammentario traduce visivamente e fonicamente l’instabilità interiore del soggetto lirico, replicando l’effetto di disorientamento evocato dal titolo. L’andamento esitante della versificazione mima quello del pensier...

"Della disperazione". Poesie ritrovate.

"Della disperazione" Poesie ritrovate VECCHIE POESIE DEL PRIMO BLOG “ERODIADE” (Collassato dalla piattaforma Splinder) Recuperate tramite “Wayback Machine” di Internet Archive)   Queste sono delle poesie che scrissi tra il 2004 e il 2006. Erano pubblicate nel mio blog Erodiade. Poesia e Dissidenza, poi collassato e subito ricreato nel 2006 su altra piattaforma (Google Blogger). Nello scomparire dalla vista lasciarono però traccia su Internet Archive. Way Back Machine. Le ripubblico, ma in esse non va riscontrata un’aderenza letterale con la mia alquanto normalissima vita, quanto piuttosto un uso metaforico di questa per proporre una mia ricorrente idea. Quale? Quella della dissidenza per via artistica. In effetti, il mio pensiero è preciso a questo riguardo, e ne ripubblico un estratto da un mio articolo del 2009, sempre sul sito Erodiade. Online Journal. https://erodiade.blogspot.com “Il dissenso artistico, infine, si distingue da quello politico perché non è legato necessar...

Recensione a "La Torre del Maestr" (2004) di Hand Ulrich Treichel.

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 15 MAGGIO 2005-05-15 Hans-Ulrich Treichel, La torre del maestro , ed. orig. 2000, trad. dal ted. di Silvia Bortoli, Einaudi, Milano 2004, pp.153, Euro 14,00 ISBN88-06-16356-6 Treichel, classe 1952, nasce come poeta lirico ( Ein Restposten Zukunft. Gedichte , 1979; Tarantella, 1982; Liebe Not. Gedichte , 1986), ma diventa romanziere appena avverte che la vena poetica sta sfociando in quella prosastica. Ponte tra queste due forme sono i libretti d’opera per Hans Werner Henze ( Das verratene Meer , 1990; Venus und Adonis , 1997). Del resto i due generi interagiscono, avendo le sue poesie tratti narrativi, e così la sua prosa dei connotati poetici, che dalla scrittura in versi ereditano l’impostazione antieroica ed autoironica. Già nel primo romanzo autobiografico, Der Verlorene ( Il fratello perduto , L’Indice , …... ), l’attenzione al tempo storico, privato e collettivo, al territorio, conosciuto o da esplorare, all’ “altro da sé” posto a distanza, esaminato analiticam...

“Pioggia d’ agosto“

  “Pioggia d’ agosto“ Tu certo mi hai dissetata Come pioggia che penetra la zolla. Ma nell’afa mi hai anche uccisa Come l’acqua sotto il sole le radici. (Erminia Passannanti, 22 agosto 2023) -------------------------------- "Pioggia d’agosto" is a brief but deeply felt lyric, structured in two couplets that enact a dialectic of nourishment and destruction. The poet addresses a "tu", a "you", who is both vital and fatal. This duality evokes a classically tragic tension, rooted in natural imagery but transcending the literal. The first couplet suggests fulfilment and gratitude: "Tu certo mi hai dissetata / Come pioggia che penetra la zolla." Here, the image is almost biblical: the beloved (or other) is likened to life-giving rain that quenches thirst and revives the earth. The tone is intimate, elemental, and organic. The verb penetrare is sensorial and carries a subtle erotic charge, hinting at physical and spiritual union. But the second co...

"Covid Era". A poem

Covid Era (Una riflessione sull'avvenire) Quando il poeta parlava di Tempesta  Premoniva soltanto una Festa. Quando il poeta s’occupava dei Venti era lontana la Peste del 2020.  Quando il poeta profetizzava il Tempo Non era calato il l ock-down sul Mondo. Il poeta è stato come noi confinato Contro un orizzonte livido e asfissiato. Da quel lontano marzo, non solo il poeta E' autorizzato ad essere un autentico pazzo. (Erminia Passannanti, 26 settembre 2022) The Reclusive Poet: Pandemic, Madness, and the Dissolution of the Symbolic in the poem “Covid Era”, by Erminia Passannanti (2022) Erminia Passannanti’s “Covid Era” (subtitle: "A reflection on the Future") is a short yet intense poem that reads as a consideration on the ontological and cultural impact of the pandemic. One wonders how many poets, like her, have written about it, during and after this epochal cataclysm. Alternating between ironic and tragic tones, this poem addresses the “crisis of the poet” as a symbo...

William Owen Roberts, 1991 "Seren"

William Owen Roberts, 1991 Seren Poetry Wales Press Ltd Traduzione: Marcello Della Corte Fu il bambino più piccolo a vedere per primo Chwilen Bwm, Chwilen il Maggiolino, venire verso la chiesa con un sacco sulle spalle. — Allora, abbiamo un po’ di battaglia lì dentro, eh? — Speriamo che la canaglia ce l’abbia fatta stavolta. Einion Fychan, il giovane lebbroso, si trascinò sul posto, ma due serve della gleba lo spinsero via con i forconi di legno. Allora il ficcanaso si fece più in là, e si arrampicò su un masso un po’ discosto per sbirciare indisturbato la scena. Dei bambini gli lanciarono contro dei torsoli di mela. Lui si chinò a raccoglierli, ma, temendo di perdere l’equilibrio ed essere notato, ci rinunciò, fingendosi indifferente. Ben presto i bambini, presi dalla noia, non gli badarono più e si rivolsero altrove, lasciandolo in pace. Chwilen Bwm rovesciò il contenuto del sacco a terra, digrignando i denti con un ghigno dolente e melenso. — Gesù mio, che mal di denti! Son...